Goldin: ora le grandi mostre le faccio... recitare sul palco

Il vulcanico curatore d'arte porta attori e musicisti a raccontare gli impressionisti

Simone Finotti

Riecco Marco Goldin. Riecco quell'eloquio scandito, quel modo tutto suo, a tratti istrionico ma sempre dannatamente intrigante, di proporre, promuovere e, perché no, vendere il «prodotto artistico». L'appuntamento, unica tappa milanese del «Generali tour», è per stasera al Carcano (ore 20.45), dove il vulcanico curatore d'arte, nel pieno dei festeggiamenti per i 20 anni della sua società «Linea d'Ombra», ci racconta in anteprima la mostra «Storie dell'impressionismo. I grandi protagonisti da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gauguin», in calendario a Treviso, Museo di Santa Caterina, dal prossimo 29 ottobre. Sul palco non sarà da solo: «Ho coinvolto vari artisti per creare una narrazione a più voci. Gli attori Gilberto Colla e Sandro Buzzatti interpretano lettere di Van Gogh, Gauguin e Cézanne, mentre il cantautore veronese Massimo Bubola (l'autore de Il cielo d'Irlanda, che interpreta nel bis finale) presenta due inediti ispirati a Van Gogh e Renoir». A proposito di musica, ci sarà anche l'ensemble d'archi del Conservatorio di Castelfranco Veneto diretto da Paolo Troncon, che ha scritto anche le musiche dello spettacolo assieme a Mauro Martello e Renzo Ruggieri. Sullo sfondo, in alta risoluzione, la proiezione di alcuni dei 120 capolavori in mostra a Treviso, provenienti da musei e importanti collezioni di mezzo mondo. «Questa è la settima tappa del tour. Siamo già stati in Veneto e Friuli, ieri eravamo a Cremona e dappertutto le sale si sono riempite, con scrosci di applausi».

Goldin ha scoperto la ricetta segreta della divulgazione d'arte? «Lo faccio da anni, il pubblico apprezza e questo significa che un certo seguito c'è. Però, tengo a precisarlo, il mio è un metodo forse diverso ma che non perde mai di vista l'esattezza scientifica. Si tratta semplicemente di farla coesistere con un linguaggio comprensibile a tutti. Come dimostra l'entusiasmo sui social o nelle mail che quotidianamente ci arrivano». Mostre da sogno sì, insomma, ma non certo improvvisate. Qualcuno dice ruffiane... «Le nostre iniziative non gravano sui bilanci delle amministrazioni. Stavolta poi abbiamo fatto anche di più: non solo paghiamo l'affitto per stare nel Museo, ma grazie ai nostri partner ci siamo impegnati nei lavori di adeguamento di sei sale per circa 640mila euro. Un bel regalo per la mia città, dove tutto è partito».

A Treviso non ci sarà solo Impressionismo: «Sono attesi anche tre quadri femminili di Rubens, Rembrandt e Tiziano, una retrospettiva sulla pittura italiana del secondo Novecento e, collegato a quest'ultima, l'approfondimento De Pictura a Palazzo Giacomelli, con opere di dodici italiani».

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