Governo pieno di lombardi e Bocconi Salvini a Palazzo, la felpa non serve più

Governo pieno di lombardi e Bocconi Salvini a Palazzo, la felpa non serve più

I lombardi alla prima crociata. Un governo a fortissima trazione Lombardia con sei ministri e un potentissimo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio come Giancarlo Giorgetti che sarà il pugno di ferro in guanto di velluto della Lega sul tavolo delle trattative. E poi anche tanta Bocconi nelle biografie di chi dopo novanta lunghissimi giorni di una crisi politica (e soprattutto istituzionale) che mai si era vista prima, hanno ora avuto l'incarico di guidare l'Italia. Da far tremare le vene ai polsi i dossier che il primo ministro Giuseppe Conte e la sua squadra di governo si troveranno sulle scrivanie: un lavoro (possibilmente non precario) da garantire a un numero sempre maggiore di persone e soprattutto ai giovani che ormai lo vedono come un miraggio, il controllo di un'immigrazione sempre più selvaggia, i mercati internazionali che con il grimaldello di spread e agenzie di rating puntano far saltare il banco dell'Italia, magari per impossessarsi delle nostre aziende. E poi la burocrazia che ossessiona i cittadini e chi fa, o vorrebbe fare impresa, una tassazione diventata ormai insopportabile, la sicurezza nelle nostre strade, il dramma della casa. E poi le promesse fatte in campagna elettorale da mantenere. Come sempre, quando perdono il potere, da sinistra è già cominciato il tiro a segno, l'allarmi son fascisti. Le gufate sperando che l'Italia finita in mano ai barbari adesso affondi. Forza Italia, invece, ha promesso un voto contrario il giorno della fiducia, ma grande attenzione ai provvedimenti e l'appoggio a quelli considerati efficaci per il futuro del Paese. Certo questo governo che si bulla di essere «del cambiamento» andrà messo alla prova. Ma i suoi risultati dovranno essere chiari e distinti.

Per dare un po' di serenità agli italiani e far dimenticare il peccato originale su cui questo ircocervo «grilloverde» è nato: il sacrificio di un centrodestra che per un paio di decenni è stato il ventre accogliente per un universo di moderati, meno moderati, liberali, ex fascisti, cattolici, laici, socialisti, repubblicani e tantissimo altro. Un caleidoscopio politico che ha fatto la fortuna di regioni come la Lombardia e il Veneto. E che ora rischia i andare in pezzi.

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