"Grande donna Tosca che si ribella al male"

La presidente degli Amici della Lirica attacca: «Con i social si scambia la Prima per il circo»

"Grande donna  Tosca che si ribella al male"

Si chiama Daniela Piera Maria Girardi in Iavarone, ma per la Milano che conta (e che canta) è per tutti «la Daniela», signora meneghina per eccellenza. Simpatica e pungente, appassionata ma anche attenta e scrupolosa, Daniela ha un privilegio - ottenuto, va detto, con tanto lavoro e dedizione - che pochissimi altri oltre a lei possono vantare: può considerare la Scala casa sua. Non solo da trent'anni infatti è presidente degli «Amici della Lirica», da qualche mese è nel cda del Conservatorio «Giuseppe Verdi» ed è stata nominata Ufficiale della Repubblica per meriti umanitari. Ma tra mille impegni sempre a favore dei meno fortunati, Daniela Iavarone non ha perso una Prima da quando aveva 15 anni. Così con chi parlare della «Tosca» se non con lei?

Tutti si aspettano un'opera bellissima e anche molto attuale: rimanda al #Me Too.

«Si, mio marito ha visto la prova generale e sostiene di non aver mai assistito a un'opera così splendida. Tosca non incarna la donna normale: è troppo protagonista, fa la cantante, ha tratti caratteriali esasperati. Ma rifugge da Scarpia che è il male assoluto, vorrebbe piegarla ai suoi desideri di maschio. Ho conosciuto cantanti a cui, per non essersi piegate ai voleri di uomini potenti nel mondo della lirica, è stata fatta terra bruciata intorno. E sono finite a calcare teatri di provincia».

Peccato che il sovrintendente Pereira se ne vada: so che lei lo stima molto

«È stato un grandissimo. E i risultati incredibili che ha raggiunto parlano per lui: non avremo più un sovrintendente che ha fatto così bene alla Scala. Credo che mandarlo sia un errore».

Perché?

«Forse è la prima volta che un sovrintendente lascia la Scala con un attivo di 700 milioni di euro. Pereira ha saputo portare sponsor privati, aggiungendoli a quelli che già c'erano, ha aumentato gli abbonamenti, le presenze alla Scala, realizzato spettacoli per i giovani. E rivelandosi ottimo amministratore e un mago nelle pubbliche relazioni».

Cosa pensa delle mise delle signore che assistono alla Prima? A volte il desiderio di protagonismo va a braccetto con il cattivo gusto.

«Il pubblico deve aver rispetto per il più importante teatro del mondo. La signora milanese è famosa per la sua sobrietà, dà più importanza alla sostanza che all'apparenza. Chi va alla Prima deve dare l'immagine della sua città, cercando di mantenere un equilibrio».

E invece? Cosa si aspetta di vedere?

«Da un po' di anni la Prima è una sorta di circo equestre, la fiera delle vanità. Assistiamo a un'esplosione di megalomania da parte di queste signore con la s minuscola. Vogliono la foto sui giornali a ogni costo, si credono tutte protagoniste: colpa anche dei social».

Se potesse scegliere chi invitare?

«Donald Trump: è esagerato, ma mi piace moltissimo. O Putin, così misterioso. In ogni caso la Scala deve tornare a invitare i grandi nomi per uscire da un certo provincialismo che la caratterizza, purtroppo, ormai da diversi anni».

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