Ci saranno anche tre «lombardi» scelti tra i consiglieri regionali tra i grandi elettori che a partire dal 29 gennaio dovranno eleggere il presidente della Repubblica dopo le dimissioni di Giorgio Napolitano. Fin qui l'articolo 83 della Costituzione, poi c'è la politica con le sue trame. Perché se l'altra volta tutto era andato liscio e le due preferenze affidate ai consiglieri avevano assegnato 49 voti al governatore Roberto Maroni, 47 al presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo e 31 al coordinatore del centrosinistra Umberto Ambrosoli, questa volta la faccenda si complica. Perché è chiaro quanto per il premier Matteo Renzi il passaggio sia delicato e gli equilibri da giocare sul filo dei numeri. E delle astuzie (o degli intrighi) della politica. Così nel centrosinistra sarà chiesto un passo indietro ad Ambrosoli per inviare a Roma Alessandro Alfieri, il segretario regionale del Pd, abile politico e soprattutto un fedelissimo renziano della prima ora. Tanto per non correre rischi. Scontata, invece, nel centrodestra la conferma di Maroni mentre sarà battaglia sulla scelta del terzo nome. Chiaro che Forza Italia metterà sul tavolo il suo peso elettorale, chiedendo a Ncd e a Cattaneo un passo indietro.
Un Silvio Berlusconi che da questa elezione intrecciata alle riforme istituzionali farà ripartire la sua azione politica, ha evidentemente bisogno di persone di assoluta fiducia. E gli «alfaniani» di certo non rispondono a questo identikit. Per ora nessun nome, ma per il consiglio regionale convocato il 20 gennaio quel nome ci sarà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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