Cronaca locale

Il grido degli artigiani: "Noi sul ciglio di un burrone"

Webuild: "Pronti a bloccare i cantieri". E spunta la richiesta al Comune di dimezzare gli oneri

Il grido degli artigiani: "Noi sul ciglio di un burrone"

«Se il governo banalizza il problema pensando che riguardi le imprese fa una scelta folle, così rischia di bloccare il Paese». É l'avvertimento lanciato ieri in apertura dell'assemblea straordinaria dalla presidente di Assimpredil Ance Regina De Albertis e l'allarme rimbomba negli interventi delle aziende, di Assolombarda, Confcommercio, Unione degli Artigiani. «Da imprenditore mi sento in una morsa - spiega il vicepresidente Assimpredil Luca Botta -, rischio penali dal committente se non consegno i lavori e dall'altra parte ho sub fornitori che chiedono di rivedere i contratti. E abbiamo una contribuzione sul costo del lavoro più alta rispetto ad altri settori industriali, non capiamo perchè». Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, conferma che «siamo di fronte ad una straordinaria crescita dei prezzi dell'energia e alla scarsità dei materiali. Ho già avvertito le autorità che se non verranno garantite compensazioni i nostri cantieri si fermeranno, il Paese è uno solo e dobbiamo collaborare». Veronica Squinzi, ad di Mapei, chiede «rapidità e concretezza, siamo in difficoltà con gli approvvigionamenti e su di noi ricadono le difficoltà dei fornitori, dai prodotti chimici all'energia alla carta per il packaging al legno per il pellet, che importavamo dall'Ucraina». Alessandro Maggioni è presidente nazionale di Confcooperative Habitat: «Stiamo realizzando un migliaio di alloggi a Milano - riferisce - e stiamo già registrando rinunce all'acquisto», c'è il timore che gli aumenti dei materiali si ripercuotano anche sul costo degli alloggi.

«Siamo sull'orlo di un burrone» dice Marco Accornero a nome delle 35mila imprese (e oltre 120mila addetti) dell'Unione Artigiani tra Milano e provincia. «Siamo pieni di lavoro ma con pochissima liquidità, senza certezze sulla gestione dei bonus fiscali, con costi dei trasporti e dell'energia esplosi e materiali sempre più cari e meno reperibili» sintetizza. Dopo una ripresa promettente oggi si lavora con grandissima preoccupazione, in questa situazione è impossibile mantenere un preventivo. Le forniture, per i piccoli interventi, si trovano ancora anche se a prezzi esagerati, in quantità minori e con tempi di consegna fuori controllo». Serve «prima di tutto un orizzonte di stabilità e chiarezza normativa. E un riequilibrio dei prezzi, vanno agganciati automaticamente ai costi di mercato».

Una situazione straordinaria «richiede approcci straordinari» afferma il presidente di Assolombarda Alessandro Spada. Se il conflitto dovesse durare a lungo le industrie lombarde pagheranno 11 miliardi di bollette rispetto a 8,3 dell'anno scorso, «un rialzo enorme che avrà impatto sul lavoro delle nostre imprese». Filippo Oriana, a nome del mondo degli svillupatori immobiliari di Aspesi, ricorda al viceministro Alessandro Morelli presente in sala in rappresentanza del governo che «senza edilizia non c'è rigenerazione urbana». E «il Pnrr va riscritto perchè lo scenario è completamente cambiato». All'assessore ai Lavori pubblici Pierfrancesco Maran fa presente che «il Comune di Milano ha gli oneri di urbanizzazione tra i più alti d'Italia, vanno dimezzati o ridotti fortemente per un periodo limitato». Dopo la pandemia «serve un'azione più rapida per finanziare questa nuova e più grave emergenza e ridare ossigeno al sistema imprenditoriale - conclude il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli (nella foto) -.

Aiuti di Stato, interventi per ogni settore colpito da crisi, garanzie per l'accesso al credito e no ad una eccessiva burocrazia che dilata i tempi delle opere».

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