Cronaca locale

Guerra dei sondaggi. E il "medico-manager" vuole il nuovo stadio

Bernardo già avanti (o dietro di 9 punti). Il Pd litica ancora su San Siro, lui lo approva.

Guerra dei sondaggi. E il "medico-manager" vuole il nuovo stadio

Luca Bernardo davanti a Beppe Sala dopo tre settimane di campagna elettorale, in vantaggio con una forbice di consensi che oscilla tra il 45 e il 49% mentre il sindaco uscente, secondo la rilevazione realizzata da Demoskopica per la trasmissione Rai «Anni Venti», sarebbe tra il 43 e il 45%. Il primo sondaggio della giornata poteva mandare in fibrillazione il candidato del centrodestra ma davanti alle telecamere di Telelombardia ha enuto una calma olimpica: «Ho grande rispetto dei numeri e dei sondaggi ma la cosa più importante è ascoltare i cittadini» ha dichiarato. La guerra dei sondaggi è partita. Passa qualche ora e circola quello di Winpoll su un campione di 800 interviste realizzate tra il 15 e il 27 luglio, in questo caso Sala risulterebbe di nuovo vincente con il 48,3% dei voti e Bernardo dietro di 9 punti (39,2%), un eventuale candidato 5 Stelle raggranellerebbe il 3,4%, il leader di Italexit Gianluigi Paragone il 3,2%, Bianca Tedone di Potere al Popolo l’1,2%, Giorgio Goggi per i Socialisti di Milano lo 0,9% e l’ex grillino Simone Sollazzo per Milano Concreta lo 0,5%. Anche Sala sceglie la prudenza: «Sto dicendo ai miei “non vi dico che vinceremo ma come fare per vincere“, io sono fiducioso ma manca ancora tempo e alla fine decideranno i cittadini, guardo i sondaggi con la giusta attenzione e cerco di capire gli umori della gente». E i due schieramenti principali continuano a mostrare visioni distanti sulla città. Bernardo, che si definisce «non solo medico ma manager» ieri ha ribadito un sì convinto al progetto del nuovo stadio che può far planare sulla città 1,2 miliardi di fondi e 3.500 posti di lavoro. «Ok alla costruzione ma si deve anche mantenere una storia», ossia una porzione del vecchio impianto come è già nei piani di Milan e Inter. L’area di San Siro «oggi è desolata e deserta e di sera è pericolosa, deve diventare attrattiva per milanesi e turisti». La sinistra invece si è (ancora) divisa ieri nella Commissione convocata sul progetto, con Milano Unita, il verde Enrico Fedrighini e i Pd Carlo Monguzzi e Alessandro Giungi che ribadiscono il no al progetto. In extremis è stata presentata l’ennesima proposta di ristrutturazione del Meazza. «Maggioranza è a pezzi» ironizza Enrico Marcora (Fdi). Sulle contestate piste ciclabili Sala tira dritto: «Stiamo cercando di fare come Parigi o Amsterdam ma lì sono partiti prima, ci arriveremo. Sul percorso si possono fare errori ma la direzione è giusta. In corso Buenos Aires il disegno a tendere è una pista dritta, oggi non ce la siamo sentita di togliere tutti i parcheggi a lato ma il principale viale di ogni città europea non prevede le macchine a lato, e così sarà».

Per il consigliere Fi Gianluca Comazzi «la ricetta di Sala è taglio selvaggio dei parcheggi e nuove piste che ingolferanno ancora di più il traffico».

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