La guerra delle oche divide il parco Trotter

Non è servito neppure raccogliere 800 firme per evitare il loro trasloco a Bergamo

La guerra delle oche divide il parco Trotter

A questo punto potremmo chiamare in causa Antonio Banderas per salvare le nostre sette oche milanesi, protagoniste di una sorte tragica. Un'intera famiglia stamattina alle 9.30 dovrebbe essere portata via dal parco Trotter, dopo che per sette anni ha allietato la vita di grandi e piccini come nei disegni di Helen Beatrix Potter.

Chi è così cinico da voler spezzare il cuore di mamma Nives, papà Tilde e Patata, una delle figlie, che in questo momento sta covando un uovo? In una città che in nome di Expo sbandiera una filosofia di vita abbracciata a mamma natura, tanto da piazzare un campo di granoturco in piazza Castello e beatificarsi di questa idillio campestre a chilometro zero, un idillio sorto spontaneamente sta per essere stroncato da logiche incomprensibili. Questa è la storia di Simona Rovigo che anni fa prende in mano da volontaria la fattoria del parco Trotter e là, dove gli animali vivevano nel lordume, crea un disegno vivente degno di Beatrix Potter. Si diffonde come un mito in città la sua relazione con una famiglia di oche, animali che a detta dello stesso garante, Valerio Pocar, sono «molto intelligenti e sensibili. Essendo il loro nucleo di natura matriarcale tendono a rimanere sempre uniti e soffrono gli spostamenti».

Nel luglio scorso scatta una scintilla nera, funesta. Le oche non sono più compatibili con il parco, possono fare danni, molestare qualcuno, cosa mai accaduta. Per impedire che vengano portate via dal Comune, Simona insieme all'amica Fabiana Cerisara raccoglie 800 firme di cittadini che vogliono che le oche rimangano. Tutto si blocca, apparentemente, ma sotto la cenere un fuoco nero continua a bruciare. Chi lo alimenta? Perché? Stiamo facendo di tutto per presentare ai turisti di Expo una città che non sia metropoli ma umanopoli, e cosa c'è di più bello che vedere sette oche in un parco? «Stamattina farò di tutto per aiutare Simona che non ce la fa più - sostiene Fabiana -. Sono giorni che piange sconsolata».

Si era trovata per Nives, Tilde e figli una dolce, ragionevole sistemazione: il laghetto del parco di villa Reale. Avrebbero sofferto, è vero, per il trasloco, ma non sarebbero andate così lontane le miti oche, la cui presenza in una città non è da sottovalutare, visto che una volta le loro sorelle del Campidoglio salvarono Roma, perché gli animali non sono solo belli quando fanno arca di Noè, ma sono una presenza salvifica per l'uomo. Purtroppo però l'uomo, all'occorrenza, li tratta come bulloni svitati. Su Facebook Simona ha postato le foto di quando corre, gioca, scherza in mezzo alle bianche, pennute amiche. Persone come Samuele Piscina, comsigliere di Zona, e Gianluca Comazzi, consigliere comunale, riprendono la storia di Simona sulle loro pagine Facebook. Non scriviamo la loro parte politica, perché è sconcio tirare in gioco logiche di palazzo in una vicenda che è una storia d'umanità e ha anche poca dignità un Palazzo dove si disputano beghe da gioco dell'oca!

Le oche del parco Trotter vogliono restare a vivere dove sono.

Perché deportarle a Bergamo, come adesso pare? A questo punto, davvero, interpelliamo Banderas e la gallina Rosita, che in pubblicità fa tanta natura; ma perché fuori dalla pubblicità questa natura deve essere sempre violentata?

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