Marta Bravi
Centrodestra all'attacco sui nuovi aumenti della Tari, l'imposta comunale sui rifiuti che prevede aumenti dall'0,1 al 4 per cento per 580mila utenze. Doppio il binario su cui si gioca la battaglia dell'opposizione, che ieri ha iniziato a depositare gli emendamenti alla Delibera numero 76: la necessità di rimborsare i cittadini per le tariffe gonfiate dal 2014 a oggi e gli enormi rincari frutto dell'applicazione della circolare del Ministero dell'Economia.
In sostanza la delibera approvata dalla giunta una decina di giorni fa porta con sé la decisione del Comune di recepire la circolare del Mef che prevede un conteggio diverso per quanto riguarda la tariffa sui box. In particolare la circolare prevede che si debba calcolare la quota variabile dell'imposta solo per il box di pertinenza. Ma il risultato paradossale della modifica del regolamento fa sì che si trovino a pagare di più i milanesi che non hanno box rispetto a chi ce l'ha. Il Ministero, infatti, con il suo parere ha rivelato che l'amministrazione aveva calcolato in modo erroneo la quota variabile, che in sostanza è stata calcolata per tutti i box.
Così se il sindaco a novembre aveva dichiarato che «sarebbero stati rimborsati tutti i cittadini che avevano pagato di più»,e il consiglio comunale aveva approvato un ordine del giorno votato all'unanimità in cui si prevedeva il conguaglio con le tariffe 2018, oggi «l'assessore al Bilancio Roberto Tasca ci spiega che il rimborso è impossibile per legge, sbugiardando così lo stesso sindaco», attaccano i consiglieri di Forza Italia e Lega.
In sostanza il centrodestra scende in campo in difesa dei milanesi che hanno pagato tariffe più alte per 5 anni e che si «sono visti aumentare la tassa dei rifiuti del 26 per cento da quando il Pd amministra questa città». Forza Italia con Fabrizio De Pasquale annuncia che sosterrà «tutte le famiglie che vorranno fare ricorso per un errore d i calcolo commesso e ammesso dall'amministrazione. Interpretando in maniera restrittiva la circolare del Mef Palazzo Marino si mette nelle condizioni di essere sommerso dai ricorsi». Non solo, «non spetta certo ai milanesi - osserva De Pasquale - dovere dimostrare quali box sono pertinenziali o meno. Basta con la politica del Comune sovrano e del cittadino suddito: l'amministrazione ha sbagliato e non spetta ai milanesi doverlo dimostrare». Non solo, si contano decine di casi di famiglie che hanno segnalato, diligentemente, cambiamenti della composizione del nucleo famigliare utile per il calcolo della tassa, ricevendo risposte - se le hanno ricevute - in tempi biblici. «Altro che smart city» ironizza il consigliere.
Matteo Forte (Milano popolare) ricorda come «lo Statuto del Contribuente, che è legge, prevede all'articolo 8 comma 4 che il rimborso va effettuato quando sia stato definitivamente accertato che l'imposta non era dovuta o era dovuta in misura minore di quella accertata. In sostanza il cittadino deve essere rimborsato e questo è il terreno su cui ci dobbiamo confrontare».
Non una questione politica, ma di legge per l'assessore al Bilancio Tasca: «Non possiamo procedere con i rimborsi finché il ministero non ci indica da quali voci della contabilità possiamo attingere».
Ma il capogruppo della Lega Alessandro Morelli non ci sta: «Oggi il sindaco è stato sbugiardato dal suo assessore e dal suo partito: aveva annunciato un'operazione che oggi apprendiamo essere impossibile per legge. E intanto si aumenta la tassa sui rifiuti, salita del 26 per cento dal 2011, a tutti i milanesi per tappare il buco derivante da un errore del Comune». La battaglia si annuncia lunga.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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