Guida ai ristoranti dal caro Giappone all'Angola per tutti

Se per mangiare da Minoichi servono fino a 200 euro, altri Paesi offrono menù a prezzi contenuti

Guida ai ristoranti dal caro Giappone all'Angola per tutti

Benvenuti a Expo, la terra di tutti e di nessuno dove ogni cosa e' più cara. Compreso il menù di McDonald's , che aumenta di 50 o 80 centesimi. E così un Big mac menù large costa 7,90 euro anziché 7,10, un cartone di patatine fritte sale da 1,30 a 1,80.

Hanno capito l'andazzo anche i ristoranti stranieri e si sono velocemente adeguati al giochino all'italiana dello scontrino d'oro. Al pari dei ristoranti di Eataly. Lasciamo stare il padiglione del Giappone , già ampiamente contestato per un conto fino a 200 euro.

L' Iran fa pagare un riso basmati con pistacchi la bellezza di 16 euro ma almeno lo serve in un piatto in ceramica decorata e non nel tristissimo piattino di carta della maggior parte dei punti ristoro. Un vitello con le spezie costa 20 euro e una specialità locale a base di pollo e riso 24 euro. Si tratta tra l'altro, come per la maggior parte dei menù dei ristoranti etnici, di piatti precotti nelle cucine della zona, nella fattispecie a Pero.

All'interno di Expo vengono semplicemente ravvivati prima di essere serviti in tavola. In Oman un menù completo, a base di agnello con riso, ceci e mandorle, o di Biryani di pesce costa 35 euro con la modalità self service. Una formula un po' «pericolosa» in Italia - si sono già resi conto gli chef del sultanato - a causa dei doppi giri per riempire il piatto. Bis che potrebbero mandare in bancarotta il ristorante, uno dei pochissimi, all'interno di Expo, a proporre cibo Halal, consentito ai musulmani.

Un piatto singolo costa 22 euro anche in Kuwait , poco importa se si tratta semplicemente di riso cotto al vapore con melanzane.

Anche la Spagna si è adeguata ai prezzi in stile Expo con tapas di fuoco e con piatti di prosciutto iberico a 35 euro.

E' un attimo spendere un salasso anche al ristorante dell' Uruguay ma si tratta pur sempre di tagli di carne (fiocco, filetto ed entrecote) che quindi costano dai 25 ai 36 euro. Non accessibili a tutti nemmeno i vini (dai 23 ai 45 euro a bottiglia) ma il sommelier ha voluto puntare su una cantina pregiata. La Corea propone menù fissi a 22 euro a base di alghe, cavolo fermentato e spaghetti di patate dolci.

Il Brasile si è fatto furbo e se inizialmente aveva proposto di sedersi a tavola con 55 euro tutto compreso, dopo la prima settimana di Expo ha abbassato i prezzi della churrascheria a 45 euro.

C'è anche il mondo per mangiare etnico con una spesa minore: ade esempio al padiglione Indonesia , dove il cibo take away costa 10 euro e dove un menù completo seduti non supera i 20. Più economica anche l' Angola : un piatto di gallette e patate costa 8 euro, così come una cena di carote e arancia, un cartoccio di pesce spada all'angolata arriva a 14 euro ma è tra le specialità più costose.

Accessibile, e per questo invaso da scolaresche, il ristorante messicano: 9 euro per una tartare di tonno, 7 per una zuppa di fagioli. Il Marocco chiede 10 euro per una tajine di pollo.

E poi c'è la Malesia , che ha rifornito il proprio bar di piatti tipici da scaldare: 6 euro per spiedini di tre carni differenti con salse spezzate, 10 euro per il Randang, un involtino con agnello, uova e patate.

Ogni pietanza è a base di prodotti malesiani doc ma è preparata all'interno della cucina del ristorante italiano Terra Ferma di Milano.

Per un piatto di gallette e patate nel padiglione angolano bastano meno di dieci euro

Gli euro che servono per mangiare una tajine di pollo nel padiglione del Marocco

Il costo in euro di un menù completo nel padiglione dell'Oman a base di agnello o di pesce

Gli euro necessari per Il un menù alla churrascheria del Brasile che ha tagliato di 10 euro il prezzo iniziale

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