Haber: «Io, Bukowski temo solo l'amore»

L'attore-regista all'Elfo con il suo show sullo scrittore maledetto. Al Piccolo, Miller secondo Popolizio e Darling di Ricci-Forte

Antonio BozzoNon dimentichiamoci di Charles Bukowski. In libreria non è attualmente tra gli scrittori più amati, ma fa bene Alessandro Haber a costruirci sopra uno spettacolo (Haberowski, Elfo Puccini, dal 2 al 7 febbraio). «La mia simbiosi con lo scrittore americano - dice Haber - è totale. Una fusione di pancia, testa e cuore. Bukowski non aveva mezze misure, ma non è volgare, anche se scriveva di sesso, alcol, miserie, disperazioni. Non aveva paura della vita difficile, temeva solo l'amore. Con sue venti poesie diamo vita a uno spettacolo che mi convince fino in fondo. Oggi di Bukowski in giro non ne vedo». Al Piccolo, invece, dal 2 febbraio debuttano Il prezzo di Arthur Miller, con Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Alvia Reale, Elia Schilton (teatro Strehler, fino al 14) e Darling, di Ricci/Forte, «ipotesi per un'Orestea» (Teatro Studio, dal 2 al 7). Nel Miller diretto da Popolizio, Orsini è Salomon, broker incaricato di fare il prezzo per mobili e oggetti di un appartamento che due fratelli, segnati dalla Grande Depressione del 1929, devono sgomberare per dividere l'eredità. Prodotto da Compagnia Orsini, è stato accolto dalla critica come lavoro di estremo nitore, con una regia in cui si vede la lezione di Luca Ronconi e con un Orsini in stato di grazia (ha scritto Rita Cirio). Di certo è spettacolo da non perdere. Come d'altronde «Darling», nel quale Stefano Ricci e Gianni Forte, nomi cult del teatro di ricerca, mettono a confronto il mito e il presente.Ancora un testo di Arthur Miller al Carcano: Uno sguardo dal ponte (dal 3 al 14 febbraio), con Sebastiano Somma, regia di Enrico Maria Lamanna. Il dramma, del 1955, è tra i più conosciuti di Miller, grazie anche alle interpretazioni di Raf Vallone, Gastone Moschin e Michele Placido. L'Eddie Carbone cui dà vita Somma è nella scia di una tradizione che ben restituisce le vicende di un immigrato italiano nella New York dura del Dopoguerra. Se si vuole ridere, invece, nulla di meglio che accomodarsi al Teatro della Cooperativa per seguire le Cronache sessuali di Antonio Cornacchione. Dal 5 al 10 febbraio, con battute e storie che raccontano i vari tipi (dal timido, all'uomo maturo, al cacciatore del mitico «punto G»), Cornacchione stila un personale «rapporto Kinsey»: poco scientifico, molto divertente. Al Parenti, in data unica domani ci sarà una serata con Giancarlo Dettori. Che racconta, per la serie «Milano sullo sfondo», 40 anni con Strehler. Dettori, attore e amico del fondatore del Piccolo, svela Strehler con aneddoti poco conosciuti. Tra gli spettacoli di una settimana ricca, da consigliare con convinzione Chi ha paura di Virginia Woolf?, al Teatro Menotti (dal 2 al 6 febbraio), con Milvia Marigliano e Arturo Cirillo, anche regista.

Il «gioco al massacro» scritto da Edward Albee nel 1962, di cui tutti ricordiamo la versione filmica con Richard Burton e Liz Taylor, ritorna a Milano, tappa di una fortunata tournèe nazionale. Ultimo, ma non ultimo, Questa sera si recita a soggetto, classico di Pirandello, dal 4 febbraio al 24 marzo al Grassi. Con Luigi Lo Cascio, regia di Federico Tiezzi.

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