Lucia Galli
Ripensare la città, andare a caccia di valori, proporre un «esercito» di idee e non solo un esercito sul territorio. Anche, pur non solo, così, Milano può trovare spunti e coraggio per le sfide di questo convulso primo scorcio di terzo millennio: a curare l'anima della città pensa, dal 1946, anche la Fondazione Ambrosianeum che, dal «quartier generale» di via delle Ore 3, propone un programma di incontri per celebrare il giro di boa dei 70 anni. Dopo il ciclo di incontri dedicati a Lutero e San Paolo, che proseguirà fino a febbraio 2017, e dopo aver affrontato una lettura della Bibbia con l'aiuto della psicanalisi, sono due i cardini pre natalizi nel calendario della Fondazione che proprio un anno fa fu insignita dell'Ambrogino d'oro. Questa sera, alle 20.45, nella basilica di Sant'Ambrogio, in collaborazione con l'Ordine dei Servi di Milano, il Priorato di Sant'Egidio in Fontanella e la Comunità di San Carlo al Corso, si ricorderà nel giorno del centenario della nascita la figura di padre David Maria Turoldo, «coscienza inquieta della Chiesa», frate, poeta acuto e penetrante che da Milano partì e tornò molte volte, sempre fedele alle sue idee.
«L'approdo e il ritorno. David Maria Turoldo e Milano» propone interventi di padre Ermes Maria Ronchi, monsignor Erminio Descalzi e padre Espedito Maria D'Agostini, fra letture e musica. E anche video, fra cui un celebre documento del 1992, pochi mesi prima della morte: in occasione del conferimento del primo premio Giuseppe Lazzati, proprio a Turoldo: «Allora ricorda Marco Garzonio, presidente di Ambrosianeum, fra i relatori della serata - il cardinal Carlo Maria Martini disse che la Chiesa da sempre riconosce tardi i profeti che sono invece i primi a saper decifrare il mondo». La risposta di Turoldo fu spiazzante: «Per capire il mondo occorre interrogare i poeti».
Affronta, invece, l'attualità il convegno «I cattolici e la città», in calendario sabato, dalle 9.30 nella sede della Fondazione: fra i relatori, l'arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, il vice sindaco Anna Scavuzzo, Alfredo Canavero, ordinario di Storia contemporanea alla Statale, Aldo Bonomi, direttore dell'Istituto di ricerca Aaster e Luca Beltrami Gadola, di Arcipelago Milano. L'obiettivo? Ritrovare ideali e motivazioni che nel '46 condussero il cardinale Schuster, Giuseppe Lazzati, Enrico Falck, fra gli altri, a farsi protagonisti della ricostruzione morale, civile e culturale di Milano: «Allora spiega Garzonio si usciva da una guerra, ma quel tempo somiglia tanto al nostro, per lacerazioni, incertezze e dubbi. Con una differenza: allora c'era più rispetto».
E allora, ecco il secondo sogno, anzi l'impegno per una Milano «che sappia andare in cerca di nuovi esempi, quasi di eroi moderni», un po' come quelli che ogni anno la Fondazione racconta e «fotografa» nel suo Rapporto sulla città e che anche per il 2017 sarà dedicato alla Milano che cambia, fra immigrazione e nuove forme di lavoro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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