I camperisti: «Nessuno ha pensato a un'area di sosta per noi»

Sono arrivati alla chetichella, a decine, poi a centinaia. Dalla Toscana, dal Lazio, dal Veneto, dalla Calabria. Si sono infilati dentro il piazzale di Camping Sport Magenta, uno dei più grandi spazi espositivi d'Europa, che ha messo loro a disposizione piazzuole, acqua e servizi gratuiti. E i camperisti venuti a Milano da tutta Italia per visitare l'Expo possono tirare un sospiro di sollievo. Avrebbero potuto essere molti di più, ma l'oasi felice non può accogliere tutti e a Milano non esistono aree dedicate ai camper, c'è solo qualche sporadico parcheggio e pure a pagamento. Una grave carenza, tuonano i camperisti. «Expo non ha pensato a noi, a circa 250 mila utenti, a quella grande fetta di mercato formata da pensionati, da famiglie, da gente che compra il camper anche per far viaggiare comodamente i propri cari affetti da handicapp» spiega Antonio Gulli, presidente del Camper Club italiano. «Abbiamo organizzato tutto da soli e siamo qui grazie alla disponibilità di Michele, il titolare di Camping Sport Magenta. Senza l'accoglienza gratuita che ci è stata offerta, non avremmo potuto offrire un punto di ritrovo per i nostri associati che avrebbero dovuto svenarsi per lasciare a deposito il camper in aree molto scomode dell'hinterland».

In effetti Magenta è un nodo nevralgico per l'Expo. Dall'esposizione parte la navetta che trasporta i camperisti alla stazione di Magenta e il tragitto fino all'Expo dura dieci minuti. In compenso, i camper sono posteggiati e beneficiano anche dello scarico delle acque nere gratis. Certo, per i gestori di camping sport Magenta diventa tutto un costo, ma il grande sforzo viene fatto per sostenere la categoria. L'accoglienza, ovviamente, è circoscritta solo a certi week end della stagione estiva, ma cosa succede per tutti quelli che verranno durante l'estate? E per gli stranieri? Nessuno si è degnato di risolvere il problema. Eppure una soluzione c'era e c'è ancora, a portata di mano. «Di fronte alla nostra esposizione esiste un grande prato incolto che rientra nel parco del Ticino.

– spiega Michele, che dedica al suo lavoro sette giorni su sette aiutato dalla moglie Marica, i figli Giulio e Massimiliano – Abbiamo chiesto a Provincia e Regione l'autorizzazione per organizzare un'area di sosta per i mezzi ma ci hanno dato risposta negativa senza un valido motivo. E ora il settore si trova del tutto sguarnito di accoglienza. Noi facciamo quello che possiamo ma ci vorrebbe lo zampino degli organizzatori dell'Expo per sbloccare la situazione».

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