Cronaca locale

I capolavori di Milos Forman e film giovani in passerella

La rassegna al via il 10: in competizione sette opere «Amadeus» e una mostra sui costumi al vernissage

Moda e cinema in passerella. Sarà lo charme assente dalle pellicole in gara, intrise di handicap e di socialità. Di lavori che non si trovano e ambizioni rincorse a ritroso. Sarà che gli anni Dieci del terzo millennio hanno un retrogusto amaro, riflesso con puntualità sul grande schermo, ma con qualche bellezza bisognerà pur consolarsi. E allora il Bergamo Film Meeting punta su Amadeus di Milos Forman, cui dedica una retrospettiva con i suoi titoli più importanti da L'ultimo inquisitore a Valmont. Da Qualcuno volò sul nido del cuculo a Hair. Si parte venerdì 10 proprio da Forman con la mostra «I costumi da Oscar di Theodor Pisek. La ribellione e lo sfarzo nei film di Milos Forman» alle 20 al ridotto del Donizetti. Un'ora dopo, in teatro, si terrà la proiezione inaugurale di Amadeus, che ripropone la vita di Mozart.

Fino al 19 saranno proiettati oltre 150 film tra lungometraggi, documentari e corti. Sette le opere in corsa per il primo premio che vale 5mila euro, a sostegno delle produzioni che investono nei giovani autori e nel cinema indipendente di qualità. A contendersi le preferenze dei giurati, Alba di Cristina Barragàn su una ragazza introversa e solitaria che vive con la madre malata. La crescita della giovane si coniuga con il ritorno del padre che assiste alla sua trasformazione in una donna. Il francese Voir du pays di Delphine e Muriel Coulin si immerge nell'attualità. Due soldatesse di ritorno dall'Afghanistan trascorrono due giorni a Cipro per dimenticare gli orrori della guerra in un resort a 5 stelle che non si rivelerà la cura per l'oblio dai traumi di cui sono state spettatrici.

Marija di Michael Koch è un'immigrata ucraina che sbarca il lunario facendo la donna delle pulizie in un albergo, ma sogna un proprio negozio di parrucchiera. Quando viene licenziata vede il suo sogno vacillare, ma è pronta a tutto per raggiungere l'obiettivo. Ritratto di una donna energica e reattiva, è l'ennesimo riferimento a una società in cui lavoro, disoccupazione, ambizioni e immigrazione sono gli ingredienti più ricorrenti e attuali.

The giant dello svedese Johannes Nyholm è invece la storia di Rikard, menomato da una rarissima deformità che gli impedisce di parlare, ma si rivela un asso nel gioco delle bocce. Lo sport come forma di rivalsa è uno dei valori più forti oggigiorno e la reazione alle disgrazie è un aspetto comune a molte storie. Identica falsariga sta in Waldstille di Martijn Maria Smits sul percorso di redenzione di Ben che la notte di carnevale perde in un incidente la compagna e si ritrova in cella. Sarà la sua forza d'animo a riscattarlo dal pregiudizio degli altri.

Toril di Laurent Teyssier è un thriller ambientato in un contesto rurale mentre Waves di Grzegorz Zaricny affronta le speranze frustrate della gioventù polacca.

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