I ciclisti: «Basta scooter sulle ciclabili»

I ciclisti: «Basta scooter sulle ciclabili»

É un fatto di spazio. Di condivisione degli spazi. «Perchè questa è una città che fa ancora fatica a entrare nell'ordine delle idee che esiste anche una viabilità a pedali che ha gli stessi diritti di auto e moto» spiega Marco Mazzei, uno degli organizzatori della biciclettata che ieri mattina ha invaso (anzi si è ripresa) il tratto di circonvallazione fra le Colonne di San Lorenzo e via Senato. Una biciclettata per riappropriarsi di una delle piste più «invase» della città dove sfrecciano moto e scooter come in una vera e propria corsia di sorpasso. «Il corteo è nato spontaneamente- spiega Mazzei che è anche vicepresidente di Ciclobby- e non è stata una manifestazione di protesta, perché non si sente proprio il bisogno di provocare ulteriori conflitti tra ciclisti e gli altri utenti della strada. Abbiamo solo voluto richiamare l'attenzione sul fatto che quotidianamente la pista ciclabile, pensata per proteggere i ciclisti meno esperti e più bisognosi di tutela come mamme e bambini in realtà è diventata l'esatto contrario: cioè è ad altissimo rischio di incidenti». E non è un caso isolato. Da viale Marche a molte altre vie del centro le piste ciclabili della città sono infatti diventate le vie di fuga dalle code di moto e scooter. Con tutti i pericoli che ne conseguono. «Non abbiamo moltissima simpatia per le ciclabili ma visto che ci sono devono garantire sicurezza e quindi per evitare invasioni basterebbero un vigile o un telecamera- spiega Mazzei- La ciclabilità è un fatto culturale, di tolleranza che forse Milano acquisirà tra qualche generazione. E non si può pensare di costruire ciclabili in ogni strada della città soprattutto se poi se una ciclabile improvvisamente finisce e dopo c'è la giungla. Rischia di essere un investimento inutile». E allora ieri mattina una cinquantina di ciclisti «spontanei» hanno deciso che era arrivato il momento di riprendersi lo spazio riservato alle biciclette. «Senza polemica- spiega Mazzei- ma soprattutto senza far guerre a nessuno.

Non c'è ad esempio la contrapposizione tra ciclisti e pedoni di cui si sta parlando in questi giorni. Serve buon senso. Se capisco una mamma con un bambino che pedala su un marciapiede perchè ha non posso concepire che un ragazzotto abile e veloce faccia la stessa cosa. Anzi. Ciclisti così fanno del male a tutti noi..»

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