I colleghi del medico suicida «È una vittima innocente»

Incredulità tra chi ha conosciuto Flores D'Arcais «Accuse false, Alberto aveva perso ogni speranza»

Riceviamo e pubblichiamo:

In relazione all’articolo sottostante la dottoressa Marina Irene Camilletti precisa quanto segue: “Non ho sottoscritto alcuna denuncia nell’ambito del procedimento penale oggetto dell’articolo, bensì ho unicamente reso sommarie informazioni testimoniali, in qualità di persona informata sui fatti. Altresì non ho mai avuto alcuno screzio con Alberto Flores d’Arcais, che ho incontrato l’ultima volta circa quattro anni fa, ad un incontro scientifico tenutosi presso il Poli Hotel di San Vittore Olona. Parimenti non sono mai stata ripresa pubblicamente – e nemmeno privatamente – per dei comportamenti definiti dal pediatra poco professionali, né ho mai avuto notizia della presunta circostanza – riportata dal medico di famiglia del medesimo, Alberto Aronica – che egli riteneva non adempissi diligentemente al mio lavoro”.

"A seguito dell’articolo «I colleghi del medico suicida: è una vittima innocente» - firmato da Maria Sorbi e pubblicato il 4 settembre - la dottoressa Debora De Biase, citata erroneamente tra le pediatre autrici della denuncia di abuso di minori a carico del medico di Legnano Alberto Flores D’Arcais, tiene a precisare che, nell’ambito dell’inchiesta, è «stata sentita solo come persona informata sui fatti» ma non ha sottoscritto nessuna denuncia. La pediatra, operante a Milano, inoltre smentisce di aver avuto screzi, né in pubblico né in privato, con il collega indagato e morto suicida mentre si trovava agli arresti domiciliari.

In merito all’articolo «I colleghi del medico suicida: è una vittima innocente», pubblicato dal Giornale a firma di Maria Sorbi il 4 settembre, e relativo al suicidio del pediatra Alberto Flores D’Arcais, agli arresti domiciliari con l’accusa di abuso di minori, la dottoressa Rita Clementi di Pavia invia alla redazione una precisazione. E chiarisce che in passato non è stata mai ripresa dal primario dell’ospedale di Legnano, né privatamente né pubblicamente per comportamenti poco professionali. La pediatra Clementi incarica l’avvocato Mariarosa Cantarella di rettificare la notizia. Nell’articolo si faceva riferimento alla Clementi come una delle autrici della denuncia da cui erano partite le indagini su D’Arcais. "

I colleghi non si danno pace. E si barcamenano tra dolore e rabbia. La notizia del suicidio di Alberto Flores D'Arcais - il primario di pediatria dell'ospedale di Legnano agli arresti domiciliari dal 9 luglio con l'accusa di atti sessuali con minorenni - ha scosso profondamente la comunità dei medici. E ora la famiglia e gli amici più stretti vogliono andare a fondo della vicenda. Perché già dal giorno degli arresti sostengono che le denunce siano infondate.

Vere o false che siano, le accuse hanno indotto il noto pediatra a suicidarsi. Sessantun anni, si è gettato dal settimo piano della sua abitazione in via Belgirate. Già ci aveva provato un paio di volte nell'arco di questo mese e mezzo, tanto che era seguito da uno psichiatra (l'ultima visita risale proprio a venerdì mattina). Ma l'uomo, professionista allergologo con un curriculum impeccabile, non ha retto all'infamia e si è sentito finito, a prescindere dall'esito del processo.

Le accuse che pesano su di lui sono molto pesanti: diciotto casi di visite equivoche su ragazzine minorenni e 5mila immagini pedopornografiche ritrovate su suo computer. «Sul suo pc - spiega il procuratore capo di Busto Arsizio, Gianluigi Fontana - non era stata cancellata la cronologia del motore di ricerca con numerosissimi link a siti a pagamento pedopornografici».

Ma chi lo conosceva bene e lo aveva visto lavorare non ha dubbi sulla sua innocenza. «Se uno guarda le immagini che ho io sul telefonino - contesta un collega - allora mi danno l'ergastolo. Ho immagini di seni, parti intime e fotografie che le stesse pazienti mi mandano per chiedere una consulenza. Prima di inchiodare così una persona, andiamo a fondo». In effetti, la seconda perizia fatta sui video girati di nascosto nello studio di D'Arcais non sembrerebbe rilevare nulla di anomalo: «È normale che un allergologo faccia spogliare un bambino anche se presenza solo un eczema locale» sostengono i colleghi. A denunciare D'Arcais, e a far partire l'inchiesta a suo carico, sono state tre pediatre (non ospedaliere) di Legnano: Marina Camiletti, Debora De Biase e Rita Clementi. Dottoresse che lui stesso in passato aveva ripreso pubblicamente per dei comportamenti che definì poco professionali. «Flores D'Arcais è stato la vittima innocente di un'accusa assolutamente falsa, una cattiveria nata dalla segnalazione di pediatri di base con cui aveva avuto degli screzi perché riteneva non facessero il loro lavoro come dovevano» commenta il suo medico di famiglia Alberto Aronica. «Alberto aveva perso tutto, aveva perso ogni speranza. Sapeva di essere finito come medico, sia in caso di condanna sia di assoluzione.

E pensare che era stato lui a chiamare più volte i carabinieri quando visitava qualche bambino su cui sospettava abusi e violenze». Ad esprimere vicinanza alla famiglia è anche il direttore dell'ospedale di Legnano Massimo Lombardo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica