Michelangelo Bonessa
La guerra agli occupanti abusivi ha molti fronti. L'ultimo, lo stop alla partecipazione alla sagra di quartiere, è stato aperto nel municipio 7 dove le case popolari di San Siro sono una ferita apertissima: lo scorso dicembre le case prese senza autorizzazione sono arrivate a 739, il 12 per cento dell'intero patrimonio abitativo. Numeri forti, anche se dello stesso genere di altre zone.
Nei quartieri popolari, complici anche alcuni centri sociali particolarmente aggressivi, le occupazioni sono all'ordine del giorno anche a causa di numeri impietosi: le persone in graduatoria per avere un appartamento sono 23mila a Milano, ma ci sono anche 8mila abitazioni sfitte di Aler e Comune. E 28mila giudicate sotto la soglia di vivibilità. Un bacino anche politico che spesso porta a gesti forti come la guerriglia scatenata dagli antagonisti per contrastare gli sgomberi. O alla posizione dell'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza che insiste a distinguere i casi: se è qualcuno che occupa per necessità e «non spaccia, non delinque», non deve essere mandato via. Posizione che secondo molti membri del centrodestra è inopportuna proprio per la poltrona da cui arriva. C'è invece chi si ribella all'ingiustizia e difende chi è rimasto ad attendere in lista secondo le regole. Spesso i condomini regolari si sono organizzati in gruppi di sentinelle. In via Odazio, per citare un caso, sono state organizzate anche le pattuglie notturne di signore che con torce e cellulari tenevano lontano i malintenzionati. Al Giambellino sono arrivati alle sassaiole contro due rom che cercavano di prendere possesso di una casa. Esempi, anche estremi, di resistenza a un fenomeno che ha creato zone franche in cui tutto è permesso ai prepotenti. Intere vie sono diventate sinonimo di degrado, spaccio, malavita e assenza delle istituzioni. Attirando e dando rifugio a criminali come Mohamed Game, il libico che si fece esplodere davanti alla caserma Santa Barbara. E proprio dalla zona 7, dove l'assessore Carmela Rozza ha affermato di voler procedere agli sgomberi incrociando i dati con la Procura per iniziare dai delinquenti, è arrivato uno stop, in vista della Sagra di Baggio (è la numero 388, la prima risale al 1628). «Un anno fa abbiamo avuto l'occupazione abusiva di un immobile privato da parte del centro sociale Soy Mendel, poi sono stati sgomberati e si sono trasferiti in uno di Aler - spiega Marco Bestetti, presidente del municipio 7, esponente di Forza Italia - il problema è che due associazioni non solo hanno solidarizzato con chi occupava abusivamente e contro le forze dell'ordine, ma hanno anche partecipato a una serie di iniziative dentro la struttura occupata e adesso che abbiamo da spendere soldi pubblici per la sagra di Baggio abbiamo deciso di non concedere né spazi né finanziamenti a chi ha ritenuto di dover sostenere gente che di fatto ha commesso un reato come occupare». Le due sigle Dimensioni Diverse e Share Radio, saranno dunque escluse dalla festa del 14-16 ottobre. Una scelta che ha irritato molti come lo speaker radiofonico Nicola Mogno: «Questa censura nei nostri confronti è una censura nei confronti di tutti i ragazzi del quartiere». «Se ne facciano una ragione», chiosa Bestetti.
Il presidente del municipio ha deciso per la linea dura, aprendo un fronte inedito della lotta all'illegalità diffusa da chi crea zone franche, soprattutto nei quartieri dove sono poi i più deboli a subire la legge del più forte. Niente più sagra per chi collabora con chi viola la legge.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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