I corpi di Schatz, da Vogue all'Ultima cena

L'«Ultima cena» di Howard Schatz è ambientata sott'acqua, ed è tutta al femminile. Gesù ha le sembianze di una modella dai capelli rossi e la pelle diafana, gli apostoli sono modelle vestite di abiti con motivi geometrici in bianco e nero. Sul tavolo candido, la cui tovaglia è tenuta insieme da piccoli pesi e da sottilissime reti usate per la pesca, vi sono conchiglie di mare e molti dettagli, come il pugnale di Pietro, presenti nell'originale di Leonardo da Vinci. L'obbiettivo del fotografo è sott' acqua anch'esso: si scorge l'increspatura nella parte alta della foto e l'immagine si riflette come in uno specchio liquido. «Ci ho messo dieci minuti a realizzare questo scatto. E tre mesi di preparazione». Schatz, pluripremiato fotografo americano con copertine su «Time», «Vogue» e «New Yorker», arriva a 75 anni in Italia con la sua prima personale. Siamo nella Sala Impluvium della Triennale, oscurata per l'occasione, al centro della quale campeggia un grande allestimento di Peter Bottazzi realizzato con i più famosi progetti monografici di Schatz. E' tutto un «Body Power», il potere del corpo, titolo della mostra realizzata da Repower con una quarantina di superlativi scatti retroilluminati realizzati dal fotografo americano nel corso della sua lunga carriera. In alto, sopra l'ingresso, l' «Ultima Cena» al femminile e subacquea, liberamente ispirata al capolavoro leonardesco che proprio ieri Schatz ha voluto rivedere - e che, senza alcuno strappo alle regole, non ha potuto fotografare – al refettorio delle Grazie. Ciò che stupisce dei lavori di Howard Schatz è la cura maniacale del dettaglio: studioso del corpo umano e del movimento colto nelle sue forme più estreme, ha ritratto danzatori, atleti olimpici, pugili. Il metodo di lavoro è rigoroso: sono scatti posati, fatti nell'enorme studio di New York dove il fotografo convoca i suoi modelli-sportivi alle otto del mattino, li fa allenare un'oretta per scaldare i muscoli e poi chiede loro di assumere le pose più potenti sotto luci stroboscopiche in bianco e nero che permettono di fissare al meglio i dettagli. «E' facile oggi fare una foto bella. Non m'interessano le foto carine, m'interessano quelle sorprendenti»¸ racconta.

Questa realizzata da Repower è una mostra fotografica sul potere ipnotico del corpo umano ripreso in tutto il suo splendore grazie a un lavoro quasi rinascimentale di ricerca dell'armonia e

della bellezza: una mostra che inaugura in felice coincidenza, nella Sala Napoleonica di Brera, con un convegno internazionale di studi sul disegno dell' «Uomo vitruviano» di Leonardo. Il «potere del corpo» incanta ancora.

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