I disabili: «Lo Stato taglia, la Regione ci aiuti»

I disabili: «Lo Stato taglia, la Regione ci aiuti»

«Si parla tanto di crisi, di tasse, di lavoro, di banche. Ma di bisogni sociali non si sente parlare mai». Non parla con rabbia Giovanni Merlo, direttore di «Ledha» la lega per i diritti delle persone con disabilità. Amarezza, casomai. Domani lui e altre 2mila persone, disabili con i loro familiari scenderanno in piazza per fare sentire la loro voce. Una voce che tutti sentono, ma non ascoltano. I tagli economici si sono abbattuti anche su di loro. Con una prima durissima conseguenza: limitare i servizi e l’assistenza che permettevano di condurre una vita in qualche modo indipendente. «Purtroppo la questione è molto semplice - spiega Merlo - c’è stata una somma di tagli che ha ridotto le risorse per i servizi sociali al lumicino». Prima l’azzeramento del fondo per i non autosufficienti, poi la riduzione dell’80 per cento del fondo nazionale per le politiche sociali. A questi due tagli dello Stato se n’è aggiunto un altro: il fondo regionale ridotto da 70 a 40 milioni di euro. Risultato, in cassa nel 2012 i Comuni della Lombardia si ritrovano cento milioni di euro in meno da destinare alle politiche sociali.
«Molti Comuni stanno iniziando a tagliare i servizi fino ad ora sostenuti da questi fondi: i primi interventi sacrificati sono quelli che riguardano il sostegno alla vita indipendente delle persone con disabilità e in generale quelli di assistenza domiciliare. Si tratta di attività che permettevano a migliaia di persone di condurre una vita dignitosa e con un buon livello di inclusione sociale e, in alcuni casi, lavorativa», racconta Merlo. E aggiunge: «Anche i servizi diurni e residenziali sono seriamente a rischio, con la previsione di incremento delle rette a carico delle famiglie e dall'altro con blocchi delle liste di attesa per i servizi rientranti nei livelli essenziali di assistenza». Ecco perché, pur tra mille difficoltà, domani scenderanno in piazza. Una manifestazione che raccoglie le adesioni di varie associazioni che si occupano di disabilità. «I diritti fondamentali sono messi oggi in discussione - continua - Le loro condizioni materiali di vita stanno già peggiorando e molte famiglie si chiedono come faranno ad andare avanti».
La richiesta è molto chiara. E ce n’è per tutti. A partire dal governo «che dovrebbe ripristinare quei fondi. Sono pochi soldi. Così significa risparmiare poco e fare danni enormi», mette in chiaro. Poi la richiesta è per la Regione «perché ripristini almeno lo stanziamento dello scorso anno per compensare con risorse proprie i tagli dello Stato». E infine al Comune «che si impegni a garantire i servizi essenziali». La manifestazione non è stata una decisione a cuor leggero.

«Per noi scendere in piazza è un’attività molto faticosa e non solo per le difficoltà pratiche - conclude Merlo - Chiedere sembra quasi una supplica e questo non è quello che vogliamo mostrare. Quello che chiediamo è solo il rispetto dei diritti fondamentali».

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