Cronaca locale

Con i falsi rilevatori delle fughe di gas truffavano gli anziani

Convincevano le loro vittime dell'obbligo di installare l'apparecchio. Cinque indagati

Cristina Bassi

Bussavano alla porta e vendevano finti rilevatori di fughe di metano per cifre che per le persone prese di mira erano un grosso sacrificio. Ma gli anziani, spesso ultraottantenni, a volte malati, sempre soli in casa, accettavano perché i sedicenti «tecnici del gas» li convincevano che quegli apparecchi erano obbligatori per legge. Soprattutto che servivano a evitare un'esplosione nell'appartamento. Nel decalogo che si portavano dietro i venditori-truffatori, sequestrato dagli inquirenti, c'erano le frasi da dire davanti ai dubbi o ai rifiuti delle vittime: «Signora, giù abbiamo affisso l'avviso per tutto il condominio... È per la sua sicurezza...».

Il pool anti truffe della Procura, coordinato dall'aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Enrico Pavone, ha notificato l'ordinanza del gip Alessandra Di Fazio a cinque persone. Sono ragazzi italiani, tre dei quali con origini straniere, tra i 20 e i 38 anni. Alcuni di loro hanno precedenti dello stesso tipo. Sono i venditori, ma oltre a loro ce ne sarebbero altri rimasti ignoti. Risiedono nel Bresciano, le truffe contestate però (48) sono state commesse quasi tutte tra Milano, Corsico e Rozzano. Sempre in quartieri popolari. È indagato un sesto uomo, di 61 anni, considerato il titolare della società che commercializzava i dispositivi, la Group All Service (Gas) srl. Le indagini, cui hanno collaborato polizia, carabinieri e polizia locale, sono partite dalla telefonata di una delle vittime del quartiere Bonola. Sono durate circa tre mesi tra la fine del 2018 e l'inizio del 2019. «Per noi - sottolinea Fusco - è importante la tempestività nella richiesta delle misure cautelari. Per bloccare la serie di truffe». Il giudice ha imposto ai cinque giovani l'obbligo di dimora nel comune di residenza e il divieto di uscire di casa nelle ore notturne (la Procura aveva chiesto il carcere oppure i domiciliari).

Le vendite porta a porta, e quindi le vittime, sarebbero state centinaia. Con un ricavo per il gruppo di oltre 110mila euro. Ogni finto rilevatore di gas veniva venduto a 399 euro, ma era solo una banale rilevatore di fumo del valore al massimo di 20 euro. Alcuni anziani davano ai truffatori anche 2mila euro, per due o più apparecchi. I venditori si presentavano con pettorine, tesserini e persino i Pos per i pagamenti immediati. Rilasciavano moduli per esercitare il recesso, per evitare futuri guai, e dicevano falsamente che il costo dell'installazione era detraibile dalle tasse. Capitava che usassero modi aggressivi e che alzassero la voce. Soprattutto affiggevano nel condominio volantini in tutto simili a quelli delle vere società di gas e luce, che preannunciavano la visita dei «tecnici» e la necessità di aprire loro la porta. «In questo senso - ha aggiunto il procuratore aggiunto - chiediamo ad amministratori e custodi di vigilare». Gli inquirenti sono risaliti a molte delle vittime grazie anche ai plichi di fatture, regolarmente rilasciate, trovati agli indagati. Adesso invitano le persone che ancora non sapessero di essere state truffate in questo modo «subdolo e sofisticato» a farsi avanti per denunciare.

Le «squadre di truffatori» hanno sicuramente raggirato più anziani di quelli rintracciati finora.

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