I funerali a Palazzo Marino «Sarà tra i grandi al Famedio»

La cerimonia laica in Sala Alessi con vip e politici Il sindaco: «L'iscrizione al Pantheon gradita a tutti»

Marta Bravi

La bandiera del Comune a mezz'asta a simboleggiare il lutto cittadino, palazzo marino, la casa dei milanesi, aperta alla cittadinanza per l'ultimo saluto al prof.

E in migliaia anche ieri mattina sono accorsi per portare la propria testimonianza, il proprio affetto, i propri ricordi a Umberto Veronesi che sostegno e affetto ha saputo dispensare a ogni suo paziente. A partire dal sindaco Beppe Sala che ripercorrendo le tappe della biografia dello scienziato e intellettuale, e del suo medico non è riuscito a trattenere le lacrime. «Permettetemi una riflessione personale. Veronesi è stato il mio medico, mi ha aiutato a guarire, ma mi ha regalato anche un grande insegnamento. Una volta mi ha detto più o meno questo: "La malattia farà parte della tua vita. Non sbagliare, non la devi considerare altro da te. Non dirti mai devo lottare contro la malattia, ma vivi e pensa in ogni momento che noi e le nostre malattie siamo la stessa cosa. E che ci si cura, ci si cura sempre. Da tutti i nostri mali, del nostro corpo e della nostra mente. Grazie, Umberto, per tutte le volte che hai compreso e sostenuto il nostro dolore». Il funerale laico si è aperto sulle note del Chiaro di luna di Beethoven suonato dal figlio Alberto, direttore d'orchestra, e dall'aria finale della Tosca, interpretata da una soprano.

In una Sala Alessi gremita e profumata dalle corone di fiori inviate dal presidente della Repubblica Mattarella, dai presidenti del Senato Grasso e della Camera Boldrini, e dalle rose delle pazienti scorrono le lacrime. «Il cordoglio per la sua scomparsa sta scuotendo Milano nelle radici del suo cuore» commenta il sindaco, che ha spiegato a fine cerimonia che porterà avanti la richiesta perché Veronesi sia tumulato al famedio, tra i grandi di Milano. «Credo che sia doveroso e gradito a tutti. Lo chiederemo e, con calma, lo faremo», riferendosi ai passaggi burocratici necessari.

Tra i presenti gli ex sindaci Gabriele Albertini e Carlo Tognoli, il ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina e la collega alle Riforme Maria Elena Boschi, l'ex sindaco di Torino Piero Fassino, l'assessore alla Sanità Giulio Gallera, gli assessori comunali Pierfrancesco Majorino, Carmela Rozza, Marco Granelli, il capogruppo del Pd Filippo Barberis, il presidente del consiglio Lamberto Bertolè, l'ex vicesindaco Lucia de Cesaris, il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini, Umberto Ambrosoli,. Tra la folla Marco Tronchetti Provera con la moglie Afef, i vertici dell'Ieo, dell'Istituto nazionale tumori e di tante strutture sanitarie lombarde, e le associazioni impegnate nella lotta al cancro.

Così c'è già chi propone di dedicare all'oncologo di fama mondiale un polo medico. Critica l'idea di intitolargli la città della Salute avanzata dal vice presidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti la consigliera Maria Teresa Baldini, medico chirurgo che con Veronesi ha lavorato: «Occorre riflettere su ciò che realmente desiderava Veronesi per l'oncologia italiana; intitolare la Città della Salute mi sembra fuori luogo, visto che ha sempre criticato la scelta di Sesto S. Giovanni».

Sarà dedicata al «prof» la quarta sessione del congresso mondiale della ricerca scientifica che si svolgerà a Tunisi. Ad annunciarlo l'amica Emma Bonino, che ha ricordato con affetto le tante battaglie combattute insieme.

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