I mille mondi di Levi il chimico delle parole

Una mostra racconta lo scrittore testimone dell'Olocausto, ma anche lo studioso dell'atomo

Simone Finotti

Primo Levi (1919-1987) è stato tante cose: narratore, poeta, saggista, intellettuale. Lucido testimone capace di trovare le parole per scavare dentro orrori indicibili nella vana ricerca di un senso. Era anche un chimico, talmente in confidenza con gli elementi da arrivare a giocarci. Con i fili di rame, ad esempio, che amava plasmare in profili eterei e impalpabili di farfalle, centauri, strani insetti: ed ecco lo scultore. Ma forse, in fondo, Primo Levi è stato una cosa sola: un uomo di Scienza, se restituiamo il termine alla sua accezione più ampia, nobile, universale. Nulla di strano, dunque, se a ospitare la tappa milanese della mostra «I mondi di Primo Levi. Una strenua chiarezza», dall'1 dicembre al 19 febbraio 2017, è il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci. L'occasione è la pubblicazione di una nuova edizione delle Opere complete, curata dallo specialista Marco Belpoliti a 20 anni di distanza dalla prima. L'esposizione, realizzata dal Centro Internazionale di Studi Primo Levi di Torino con la collaborazione dell'Associazione Figli della Shoah e del Memoriale della Shoah di Milano, ripercorre con «strenua chiarezza» la pluralità di interessi dello scrittore torinese: dalla formazione scientifica alla deportazione, dalla chimica come mestiere al mestiere di scrivere. Ad accompagnare i visitatori attraverso le sei sezioni sono le parole tratte dai suoi capolavori: Se questo è un uomo, I sommersi e i salvati, La tregua, La chiave a stella, Il sistema periodico, i racconti di fantascienza. Proprio da questi ultimi si parte, in particolare da «Carbonio», pubblicato nel 1975 ma immaginato già ai tempi della prigionia. Qui Levi descrive l'avventuroso viaggio di un atomo di carbonio attraverso tempo e spazio. Un «sogno letterario» interpretato da una sequenza di tavole dell'artista giapponese Yosuke Taki. Di seguito arriva «Il viaggio verso il nulla / Il cammino verso casa», una grande carta geografica dedicata al doloroso viaggio da Fossoli ad Auschwitz e alle tappe del lungo periplo verso casa. Dopo un tunnel si «rivedono le stelle» nella sezione «Cucire parole», con testimonianze sul mestiere di scrivere, comprese rare videointerviste. Dalle parole agli atomi: «Cucire molecole» sintetizza il lungo rapporto di Levi con la chimica, all'insegna dell'inseparabile «tavola periodica», dai banchi di scuola alla Siva, la ditta di vernici in cui lavorò fino alla pensione.

«Questa cellula appartiene ad un cervello, e questo è il mio cervello, di me che scrivo, e la cellula in questione, ed in essa l'atomo in questione, è addetta al mio scrivere»: parole di Primo Levi che ben inquadrano la relazione fra mano e cervello sviluppata nella quinta sezione, «Homo faber», che presenta efficaci immagini delle sculture in rame. Infine «incontriamo» il simpatico Faussone, l'operaio iperspecializzato della «Chiave a stella». La visita è inclusa nel biglietto d'ingresso al Museo.

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