I numeri dei magistrati: furti in appartamento aumentati di 5 volte

La Procura generale smentisce le statistiche rassicuranti: in dodici mesi 8mila denunce

I numeri dei magistrati: furti in appartamento aumentati di 5 volte

Furti in appartamento aumentati del 149 per cento in un anno nel distretto della Corte d'appello di Milano (che va da Sondrio, a Como, a Varese). Da 1.718 nel periodo tra inizio luglio 2016 e fine giugno 2017 a ben 8.163 tra luglio 2017 e luglio 2018, se si prende in considerazione invece il solo territorio di competenza della Procura di Milano. Vale a dire un incremento di quasi cinque volte in un anno. Colpisce questo dato su tutti, tra quelli resi noti ieri dalla Procura generale in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario 2019.

Nel distretto le denunce per furti in abitazione sono passate da 7.667 raccolte tra inizio luglio 2016 e fine giugno 2017 a 19.080 registrate nell'anno successivo (17.815 contro ignoti e 1.265 contro noti). Il dato sui furti in generale è cresciuto del 50 per cento. A Milano invece è passato nello stesso lasso di tempo da 15.043 denunce a 36.535. Gli interventi della giornata di ieri nell'aula magna di Palazzo di giustizia hanno affrontato gli aspetti più importanti della gestione della giustizia milanese. Tutte le più alte cariche, come il procuratore generale Roberto Alfonso, il presidente della Corte d'appello Marina Tavassi e il presidente dell'Ordine degli avvocati Remo Danovi, hanno rivolto un saluto ad Antonio Montinaro, il giovane legale rimasto gravemente ferito alcuni giorni fa dopo essere caduto da una balaustra del quarto piano del palazzo. Così ha fatto il Guardasigilli Alfonso Bonafede che era a Firenze.

Sul fronte della criminalità organizzata Alfonso ha sottolineato la presenza di «fenomeni preoccupanti» e la priorità della lotta alla 'ndrangheta. Ha aggiunto: «Si assiste all'aumento esponenziale dei segnali indicatori di attività illecite nel settore dello smaltimento dei rifiuti. Nel corso dell'ultimo anno numerosi sono stati gli incendi dolosi in danno di impianti formalmente autorizzati e di capannoni industriali dismessi, ma stipati in modo clandestino di migliaia di tonnellate di rifiuti, in parte provenienti dalla Campania. La portata del fenomeno che interessa tutte le regioni settentrionali lascia ipotizzare la presenza di un'unica regia».

Rimane la questione delle richieste di asilo da parte degli immigrati. Secondo le statistiche esposte da Marina Tavassi, sono quasi decuplicate. «Milano - ha spiegato il magistrato - è pesantemente interessata da questa tipologia di procedimenti: in Appello siamo repentinamente passati dai 291 procedimenti pendenti nel 2016 ai 2.509 del giugno 2017, con un residuo al termine dell'anno giudiziario di 1.651 procedimenti pendenti, che si conta di smaltire» entro l'anno. In aumento anche le convalide per il rimpatrio immediato emesse dai giudici. Sono passate da 970 nel 2017 a 1.038 nel 2018. Nel 2016 erano state 493, nel 2015 ancora meno, 124, e nel 2014 solo 56. In questo senso sono «incomprensibili» per Tavassi i tagli all'organico, in particolare dei giudici assegnati a questo settore. «Il Tribunale di Milano ha istituito la sezione specializzata per l'immigrazione quale nuova struttura autonoma, operativa dal 17 agosto 2017, che si compone di 26 giudici. Attesa la mancata assegnazione di nuove risorse, la sezione è stata organizzata con un'inevitabile sottrazione di giudici da altri settori (già in diffusa sofferenza) ed è stata incomprensibilmente accompagnata da una pressoché contestuale scelta dell'amministrazione centrale di taglio degli organici» di tre unità. Infine la minaccia terroristica jihadista, che resta secondo Alfonso «assai elevata». E il nodo della prescrizione. Nel distretto «i processi non scontano lunghi tempi di fissazione o illimitate permanenze negli archivi, ma si celebrano in tempi ragionevoli», evidenzia il presidente della Corte d'appello.

Però tra il 2015 e il 2017 «circa l'83 per cento delle estinzioni dei reati per prescrizione è stata dichiarata con decreto di archiviazione dal gip. Il tempo necessario a prescrivere matura, dunque, già nella fase delle indagini preliminari».

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