I rischi delle speculazioni e degli allarmi ingiustificati si aggiungono a quelli sanitari. Il Coronavirus si è diffuso, inseme hanno dilagato sciacallaggio e truffe. Le Procure si sono mosse, aprendo fascicoli per provare ad arginare questi fenomeni. «Tolleranza zero» nel perseguirli, assicura il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, che con il collega aggiunto Eugenio Fusco coordina le indagini avviate nelle ultime ore.
Il pool Salute e ambiente e quello anti truffe indagano su un messaggio audio che è circolato via WhatsApp e che avrebbe scatenato la psicosi collettiva dell'accaparramento nei supermercati. «In un momento così serio e delicato - sottolinea Siciliano - non abbiamo bisogno di idiozie o di comportamenti criminosi. La divulgazione di queste cose, che creano ondate di panico irresponsabili, è un reato ed è nostra ferma intenzione individuare i colpevoli e punirli in base alla legge. Nessuna tolleranza per questi sciacalli». L'ipotesi di reato è di diffusione di notizie false atte a turbare l'ordine pubblico. Il fascicolo è a carico di ignoti, ma la Procura intende individuare al più presto la persona da cui l'audio è partito.
Nel messaggio di poco più di un minuto, diffuso proprio nei giorni della presa d'assalto di alcuni supermercati, una voce di donna con tono preoccupato e convincente dichiara: «La mia amica ha il marito che lavora in Regione e mi ha detto praticamente che stanno già attivando la quarantena per i paesi attorno a Milano e entro domani decidono se, tra lunedì e martedì, attivano la quarantena anche per Milano (...) fate la spesa, organizzatevi con le scorte perché chiudono tutto per almeno un mese». Tutte le affermazioni sono prive di fondamento.
Un altro fronte su cui si sono attivati i pm è quello dei prezzi alle stelle di mascherine e disinfettanti, considerati in questa situazione «beni di prima necessità». Qui si indaga, sempre a carico di ignoti, per l'ipotesi di manovre speculative. Gli investigatori della Guardia di finanza e della polizia locale stanno scandagliando le piattaforme di vendite online, dove una confezione da 50 mascherine è arrivata a costare 100 euro quando il loro prezzo è di 20 centesimi l'una, oltre a negozi e farmacie. Il Nucleo di polizia economico finanziaria delle Fiamme gialle ha già acquisito dati e documenti nelle sedi di Amazon e eBay. Nel mirino ci sono sia i venditori che si appoggiano ai siti di vendita sia le eventuali responsabilità dei colossi dell'e-commerce, che hanno comunque garantito massima collaborazione con le autorità.
Tali inchieste si aggiungono a quelle sul piano sanitario per stabilire la dinamica della diffusione dei casi di contagio, avviate a Padova e a Lodi. A Trieste infine, riporta Adnkronos, la Procura ha aperto un fascicolo per procurato allarme con al centro un audio WhatsApp che parla di quattro ricoveri per Coronavirus in città. Anche questa notizia è falsa.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.