«I ristoranti deserti per colpa di Expo Ad agosto si chiude»

Pienone a Rho ma pochi clienti nei locali milanesi Gli esercenti: «Gente non ne arriva, tenere aperto costa»

Mentre ad Expo il commissario unico Giuseppe Sala festeggia i suoi 100mila visitatori al giorno, i ristoratori di Milano continuano il loro pianto di dolore. E mettono in forse l'apertura in agosto. «Tenere aperto costa - ammette preoccupato Lino Stoppani, presidente di Epam (pubblici esercizi, ristoranti e bar) - Se non arrivano clienti, conviene chiudere. I gestori si sono preparati per l'estate aumentando il personale, chiedendo ai dipendenti di smaltire le ferie prima di Expo, facendo investimenti. Purtroppo non c'è ritorno».

Ovviamente è presto per dirlo, ma a quasi due mesi dall'inizio dell'Esposizione la preoccupazione sale. «La speranza sta scemando - spiega Stoppani - Dell'effetto Expo non c'è traccia. Le parole del commissario Sala sono vere solo in parte. A Milano, nel 2014, in vista della Esposizione universale, sono stati aperti 112 nuovi esercizi, non le migliaia di ristoranti di cui si parla. Evidentemente c'è chi si è fatto attrarre dalle parole su Expo, che raccontavano di oltre 20 milioni di turisti in arrivo. Per ora il quadro è deludente».

C'è qualche eccezione: i ristoranti attorno alla Darsena e a piazza XXIV Maggio - zona appena ritornata alla vita dopo i lavori - e qualche ristorante extra lusso o con location particolari come la terrazza della Triennale, affacciata sull'Arco della Pace e il ristorante sospeso in piazza Scala, meta degli stranieri più facoltosi. Stop.

Per il resto si batte la fiacca, anche in centro. E se i ristoranti sono pieni, non lo sono certo di stranieri. «E' una tragedia, l'effetto Expo è devastante - ammette Giacomo Bertacchi, titolare dei Ronchi 78 in via San Maurilio - Mai come quest'anno il centro della città è deserto. Da noi sono sempre arrivati gli stranieri tranne quest'estate. Tutti i colleghi dicono la stessa cosa». Le cose potrebbero peggiorare: se i ristoratori dovessero davvero decidere di chiudere ad agosto, allora il centro di Milano morirebbe definitivamente. E pensare che fino a maggio, si era parlato di «clima internazionale», «rilancio scaccia crisi». Tutti si erano impegnati per uscire dalla mentalità milanese e si erano sforzati di essere più «di mondo», pronti ad accogliere orde di turisti. Ma i menù in quattro lingue non vengono consultati quasi da nessuno.

I ristoratori criticano anche il fatto che Expo si stia trasformando sempre più in una fiera della ristorazione. «Si parla sempre meno della Carta di Milano e sempre più di ristorazione ed eventi - attacca Stoppani - quasi che Expo fosse diventata una grande sagra. E tutto si muove all'interno del sito di Rho-Pero. Sicuramente Milano ha dato ad Expo molto di più di ciò che ha ricevuto».

Anche gli albergatori iniziano a tremare: le prenotazioni stentano ad arrivare.

«Però va un po' meglio rispetto al mese scorso - spiega Massimo Macchi dell'Hotel Klima, a un passo da Expo - Qualcosa forse si muove. Abbiamo una decina di stanze prenotate per tutti i sei mesi di Expo da una delegazione americana»

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