
Uber vuole arruolare anche i tassisti regolari, ma loro non sembrano tanto dell'idea. Abbiamo provato a sentirne l'opinione recandoci nei principali parcheggi della città.
Il primo aspetto rilevato è senz'altro il calo della carica aggressiva: dopo le prime polemiche e reazioni anche scomposte la rabbia sembra calata. Il punto principale che rimane al centro delle contestazioni è l'illegalità in cui opera Uber. «Non esiste proprio andare a lavorare per loro - chiarisce Pietro Modesto mentre staziona in Centrale - ci vuole un lavoro nelle regole». E non mancano le persone che evidenziano anche altri problemi come le carenze delle organizzazioni sindacali: «Il problema è che i sindacati non hanno fatto niente - spiega il signor Luzzato - tutte le iniziative sono partite dai tassisti». E c'è anche chi ha fiducia nelle mosse dell'amministrazione: «Mi pare che Uber sia già stata scavalcata dal Comune che sta preparando un bando per fare l'app» dice un altro prima di saltare in auto.
In Cadorna invece sottolineano che non è il primo tentativo: «Avevano mandato già due anni fa una lettera a tutti i tassisti - racconta Vittorio - e se nessuno ha aderito allora perchè dovrebbe farlo ora?». «Esistono già delle applicazioni - rimarca Alessandro - anche se non hanno grande successo e comunque il problema di Uber è che non rispetta le regole».
A Lambrate ancora no assoluti: «E la licenza chi me la paga? - chiede Mario - a me mancano due anni alla pensione». Giampiero è molto più diretto: «Lavorare per Uber? Assolutamente no, che Google si cerchi i soldi da un'altra parte».
Sulle origini dei finanziamenti e degli appoggi dell'app si parla molto tirando in mezzo un po' tutti. C'è anche chi dice che dietro ci siano le famiglie di alcuni parlamentari. Per ora si sa che è finanziata tra gli altri dal colosso di internet e Goldman Sachs. Appoggi potenti o meno, per le strade si respira aria rilassata, più che nei giorni scorsi: «Noi non siamo contrari alla tecnologia - spiega Daniele a Lambrate - io ad esempio ho anche Taxiyoo, anche se non funziona molto perchè è poco pubblicizzata».
Anche a Garibaldi il clima è simile: «Fino a che è illegale - dice Massimo, tassista da un anno e mezzo - non è nemmeno il caso di parlarne, se cambieranno le regole vedremo».
In Duomo sono già più nervosi: «La verità è che in Italia l'illegalità è sempre un passo avanti - si altera Giuseppe - vogliono distruggere le cose che funzionano: noi abbiamo anche regole e statuti che garantiscono un buon servizio agli utenti, questi non ne hanno».
In sostanza non c'è l'opposizione alla tecnologia, ma soltanto la pretesa, se così si può chiamare, di lavorare nelle regole quale che sia il servizio che si offre all'utenza.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.