Cronaca locale

Iacchetti: il mio locale tra show dal vivo e bicchieri di buon vino

L'attore racconta il suo «Ciu Ciu», dedicato a musica e cabaret: «Come negli anni '70»

Iacchetti: il mio locale tra show dal vivo e bicchieri di buon vino

«Ci vuole orecchio», cantava Enzo Jannacci, perchè «dal vivo non si può più suonare e l'orchestra è ormai quattro battute dopo...». Viene tanto in mente quell'altro Enzo ascoltando l'entusiasmo con cui Enzo Iacchetti, mattatore televisivo di Striscia (ma anche del palcoscenico) racconta la sua avventura con il Ciu Ciu, il suo nuovo locale dedicato allo spettacolo dal vivo nella Milano post Expo.

Un atto di fede, il suo, verso una città che gli ha dato tanto ma che ha anche tolto l'emozione che sapevano regalare al pubblico fino agli anni Ottanta i templi del live, dalla musica al cabaret. Erano gli anni del Derby, che pure per Iacchetti fu indimenticabile palestra, ma anche dei locali del jazz dove si arrivava a qualunque ora e si rischiava di incrociare, tra coltri di fumo e piatti di bruschette, mostri sacri come Chet Baker, Dizzie Gillespie, Art Blakey, Tony Scott o addirittura Miles Davis. Altri tempi, vien da dire, rispetto a quelli odierni che al palcoscenico preferiscono gli chef stellati. Ma se anche la città delle mode e del business ha un'anima, è proprio lì che il Ciu Ciu va a parare. «Questa idea di business non ha praticamente nulla - dice Iacchetti - e se dovessi fallire, vorrà dire che ci avrò smenato un po' di quattrini ma per una buona causa». Cominciamo dal nome di questo locale, aperto circa un mese fa in via Ricciarelli in zona vecchia Fiera, guardacaso a un tiro di schioppo dalla via Monte Rosa che cullò il Derby Club di Gianni e Angela Bongiovanni, sul cui palco vennero lanciati beniamini come Diego Abatantuono, Felice Andreasi, Enrico Beruschi, Claudio Bisio, Cochi & Renato e tanti altri. «Ciu Ciu è il nome di una casa vinicola marchigiana a me cara, e che ai miei ospiti mette a disposizione ottimi vini come companatico a taglieri di salumi e formaggi». Tutto il resto è arte. «Era un antico sogno che avevo nel cassetto - racconta - quello di un palcoscenico che restituisse a questa epoca fagocitata dal web un po' di sane serate di spettacoli dal vivo: concerto di gruppi o cantautori, ma anche di quei tanti giovani o affermati cabarettisti ormai orfani anche della tv, dopo il pensionamento di Zelig e Colorado».

La domanda da parte degli artisti, assicura Enzo, supera il palinsesto che vede ogni sera uno spettacolo («a parte il martedì e il mercoledì, perchè c'è la Champion's...). La formula non lascia spazio a fraintendimenti; ovvero, niente enterteinment ma solo spettacoli doc, con tanto di biglietto d'ingresso («a prezzi modici») con diritto a un calice di vino rigorosamente marchigiano. Si mangia prima e dopo lo spettacolo, perchè l'arte è sacra. Il direttore artistico, manco a dirlo, è lui in persona che, compatibilmente con gli impegni televisivi o le turnè teatrali è presente ogni sera al Ciu Ciu.

«La proposta degli artisti è ingente - dice - e in calendario ci sono i nuovi talenti e anche i big, molti dei quali amici miei come Giorgio Conte, Max Pisu, Alberto Patrucco, Flavio Oreglio o Stefano Chiodaroli». E la domanda del pubblico, quella com'è? «È la vera scommessa, lo so, ma sono fiducioso». La serata di oggi, che vede in scena lo chansonnier Luca Ghielmetti, è sold out e lascia ben sperare. Poi sarà lo stesso Iacchetti, assicura lo showman, a rimpinguare il palinsesto con apparizioni sul palco, «non solo come attore-cabarettista ma anche come intervistatore».

0Per giovedì prossimo, ad esempio, è in programma un faccia a faccia con Beppe Carletti, l'uomo che inventò i Nomadi.

Uno spettacolo d'arte varia da non perdere, direbbe Paolo Conte.

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