Ibrido o «plug in», come riconvertire il motore

Ibrida o elettrica? Un bel dilemma: l’ibrida con doppio motore, a combustione ed elettrico, lusinga le aziende che investono nella sperimentazione. L’elettrica pura, invece, è fuori dalle grandi produzioni industriali. Entrambi i modelli permettono di risparmiare nei tratti urbani, ma la scarsa autonomia e i tempi di ricarica delle auto solo elettriche (6 ore) penalizzano nei viaggi superiori ai 100 km. Il futuro si chiama «plug in»: sarà un modello ibrido dove la parte elettrica avrà molta più autonomia. Vi lavorano un po’ tutte le grandi aziende. Per chi voglia trovare ancora qualche auto elettrica gli indirizzi si contano sulla punta della mano, dall’Atea di Varese ad Ecolori, biellese di nascita, con due sedi nel milanese. Acquistano auto nuove tradizionali, soprattutto Fiat Panda berlina o van e Renault Twingo, (modello base finito 31.800 euro).

Via motore, serbatoio e tubo di scappamento, al loro posto, a regola d’arte e di legge, batteria al litio, motore elettrico e cambio automatico. «Siamo una boutique dell’auto, il nostro principale mercato sono Comuni e enti locali - spiegano da Ecolori - ma riceviamo almeno una richiesta al giorno anche da privati».

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