Idee-Balzani: moschee e voto agli stranieri

La vicesindaco accusa Sala e Majorino di avere "un'intesa". Scontro su Rifondazione

Idee-Balzani: moschee e voto agli stranieri

Francesca Balzani contro tutti? La candidata del sindaco si è ritrovata senza il main sponsor e senza il Pd all'Elfo Puccini dove ha presentato la sua candidatura in solitario e in controtempo, il giorno dopo il duetto all'Anteo tra Giuseppe Sala e Pierfrancesco Majorino. In solitario perché senza compagni di viaggio e anzi in polemica con gli altri due candidati che l'hanno esclusa dalla performance al cinema. In controtempo perché dopo le violenze di Colonia, la sparatoria di Parigi al grido di Allahu Akbar e l'attentato di Hurghada, quando il tema della sicurezza e delle difficoltà di integrazione allarma i cittadini e persino il governo è praticamente costretto a un dietrofront sulla legge che abolisce il reato di clandestinità, lei continua sulla linea arancione più dura e pura: se insiste sulle unioni civili, soprattutto chiede il voto per gli stranieri alle amministrative e inneggia alle moschee per essere una città «internazionale» non solo a parole.Un modo di contendere consensi a Majorino, visto che alle primarie del centrosinistra voteranno anche gli stranieri residenti, sia dell'Unione europea che extracomunitari, purché con carta d'identità e permesso di soggiorno. Ma anche una strada per scatenare facili polemiche: contro di lei si sono levate voci di protesta dal centrodestra, dall'azzurra Silvia Sardone al segretario regionale della Lega, Paolo Grimoldi, fino all'esponente di Fratelli d'Italia, Riccardo De Corato, che ha addirittura ipotizzato «un Tso», un trattamento sanitario obbligatorio.Non c'è Pisapia ma la sala è piena per l'assessore al Bilancio in look da week end ma non troppo: blusa bianca lunga con giacca gessata più corta e avvitata, piedi ostentatamente senza calze (o almeno così pare). Ad abbracciarla, al posto del sindaco, è arrivata la di lui moglie, Cinzia Sasso, sua principale sostenitrice. E poi Stefano Boeri, Paolo Limonta, braccio destro di Pisapia, Gad Lerner. Ma non l'infilata di assessori comunali che ha fatto corona al manager Expo.«Sicuramente hanno trovato una grande intesa» ha detto lei a denti stretti del testa a testa a due voci tra Sala e Majorino, dopo essersi lamentata dell'esclusione dal confronto pubblico tra candidati alle primarie del centrosinistra. L'accusa di intelligentia tra Sala e Majorino apre un altro squarcio nel fair play della competizione: accusare i contendenti di accordi sottobanco non è esattamente un gesto distensivo. Balzani ha anche rifiutato l'offerta di Majorino di un confronto a due tra loro due soli: evidentemente deve sembrarle sminuente non sfidare colui che le anticipazioni accreditano come il vincitore del 6 e 7 febbraio. Chiede a gran voce la par condicio e «una competizione sana e trasparente». Come dire che i dubbi non mancano.Balzani ha attaccato anche Cl.

E si è ritrovata a fronteggiare un inatteso attacco dei democratici Franco Mirabelli e Anna Scavuzzo, contrariati dalla presenza in sala di «quel Basilio Rizzo e quella Rifondazione Comunista» responsabile di alcune delle battaglie più dure contro Pisapia, dal no al rinnovo della Galleria fino al caos degli scali ferroviari. Troppo a sinistra persino per la sinistra?

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