Tra incidenti e mobilità Caos in piazza Oberdan

Due persone ferite nell'area da poco rimessa a nuovo Viabilità più difficile e dubbi sull'Albergo diurno

Michelangelo Bonessa

Una piazza da evitare per gli anziani. La riqualificazione di Oberdan ha già causato due infortuni a due signore in età. E queste sono solo le ultime pessime notizie in merito a un'opera contestatissima fin dal suo inizio su cui il neo assessore alla Sicurezza Carmela Rozza aveva puntato molto.

Il nuovo spazio da 2.800 metri quadrati doveva essere il simbolo della capacità della giunta Pisapia di rilanciare le zone degradate, invece uno degli orologi nuovi che il Comune ha installato è crollato su un'anziana poche settimane fa. La signora è finita in codice rosso all'ospedale e i giornali hanno ignorato la notizia perché le agenzie parlavano di «un cartellone pubblicitario» e di ferite lievi.

Ma l'opera di rinnovamento, durata un anno e costata 600mila euro, è stata causa di un altro ferimento pochi giorni dopo il primo incidente. Le lamiere poste a delimitare le aiuole nel lato sud della piazza hanno causato un lungo taglio sulla gamba di un'anziana signora.

Non sono i soli problemi di quest'intervento urbanistico: anche la mobilità ne ha risentito. Il 24 giugno c'è stato l'ennesimo tamponamento delle auto in sosta: «Il notevole restringimento della carreggiata unito al nuovo divieto di svolta a sinistra in viale Piave per le auto provenienti da via Malpighi crea continui disagi ed ingorghi - spiega Rita Cosenza, consigliere municipale della Lega Nord - camion e furgoni faticano a passare nell'angusto spazio creato e spesso toccano e danneggiano le auto in sosta».

Sussistono delle perplessità anche sulla collaborazione con il Fai per riaprire l'albergo diurno. «Scendere all'Albergo Diurno Venezia per me è stato come scendere in una Pompei del Novecento e credo che il mio stupore e la mia emozione si possano paragonare a quello che hanno provato gli inglesi quando sono scesi a Londra nel sotterraneo da cui Churchill guidava la seconda guerra mondiale» affermava il presidente del Fai Andrea Carandini per celebrare l'inaugurazione.

L'accordo sembra però nascondere qualche mistero: «Una copia dell'accordo di collaborazione siglato con il Fai per il recupero degli ambienti del diurno Venezia è stato chiesto in più occasioni al fine di conoscere i termini ed i modi dell'accordo stesso e mai è stato ricevuto - contesta Cosenza - Era stata anche ventilata l'ipotesi di uno sponsor di primo piano (Swatch) che si doveva occupare della cura e manutenzione del verde della piazza ma non si è saputo se abbia rinunciato o se l'accordo non si sia concretizzato».

Il progetto della riqualificazione poi lascia dei dubbi anche sulla promozione dello spirito pedonale dell'area: «Per far questo hanno sfrattato gli storici venditori di libri e le edicole presenti sulla piazza - denuncia la consigliera leghista - A lavori ultimati hanno così potuto utilizzare gli spazi finalmente liberi per promuovere mercati contadini, dimostrazioni di attività sportive e di danza, pranzi popolari con cuochi migranti.

Senza contare poi che questo susseguirsi di attività poco consone all'area in questione ha provocato la rottura reiterata e susseguente sostituzione dei lucernari presenti - conclude Cosenza - Forse avevano semplicemente bisogno dell'ennesimo spazio per far pubblicità e promuovere le iniziative dei loro amici senza curarsi di quello che è l'effettivo valore storico della piazza considerato anche il fatto che gli storici pali di illuminazione presenti prima della riqualificazione e che, dopo la

manutenzione dovevano essere riposizionati in sito, sono svaniti».

Un'opera dunque che sembra essersi concentrata sul recupero storico solo di quello che piaceva alla giunta e al Fai, senza pensare a tutti gli altri aspetti.

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