Gli intellettuali di Macao «Per rifornire la torre svaligiamo una scuola»

Gli intellettuali di Macao «Per rifornire la torre svaligiamo una scuola»

L’idea di impadronirsi di una torre è piaciuta a molti. E l’entusiasmo tra il gruppo di persone che ora gestiscono la ormai ex torre Galfa, ora è il centro Macao, è ai massimi livelli. Al punto che, essendo riusciti a occupare lo spazio di via Galvani, già alcuni pensano a recuperare materiali da una scuola chiusa. Idea che fa il paio con quella, partorita subito dopo essersi impossessati della torre, di occupare anche l’ex cinema Manzoni («spento» da sei anni, mentre il teatro collegato al civico 42 continua a lavorare a pieno regime e non corre rischi) come successo a Roma con il Valle. É soltanto una di quelle emerse dall’assemblea pubblica indetta dagli attivisti domenica scorsa, e le riunioni continuano ogni giorno, dal gardening - come risistemare il giardino esterno - alle pulizie alla campagna di comunicazione. Idee nate da un gruppo vivace e eterogeno di persone che si propone di «dare vita a un nuovo spazio di sperimentazione artistica e politica» nell’edificio appartenente al gruppo Ligresti. Ma ci sono altri problemi, come la polvere che da quindici anni si accumula nei trenta pianti dell’edificio, la carenza di luce sulle scale, la necessità di avere dei servizi igienici efficienti e tanti altri. Oppure il bisogno di materiali, dai banchi ai videoproiettori, ma qui come abbiamo detto una soluzione è stata prospettata subito: «Vicino a dove studio teatro – ha spiegato una ragazza con foglio e penna in mano – c’è una scuola chiusa in cui potremmo recuperare molto materiale, visto che le cose sono non di chi le possiede ma di chi le usa, se chi ha disponibilità di un furgoncino o simili mi lascia il numero ci organizziamo». Lei, studente di teatro al Grassi, tanti altri designer o futuri tali, tutti con la voglia di creare, fare, discutere di arte e politica e anche raccattare soldi: infatti dagli attivisti più anziani, chi di qualche sindacato chi proveniente dall’universo antagonista, sono arrivati i consigli più squisitamente pratici come sistemare i bagni o creare qualche evento per raccogliere fondi. Il capitalismo è già arrivato anche nella torre dei creativi che cercavano di liberare la cultura dai vincoli economici a colpi di occupazioni. Grandi battimani riservato all’intervento di Ugo Mattei, professore di diritto internazionale, che ha sottolineato come occupazioni di questo genere non possano essere considerate reati e come sia il caso di sfruttare l’occasione di un sindaco come Pisapia. Il sindaco gentile forse è una buona sponda, e il suo assessore Boeri lo sembra anche di più per il plauso fatto all’iniziativa, ma come qualcuno ha ricordato sulla pagina Facebook di Macao: «La Stecca degli artigiani per Boeri era un posto da salvare assolutamente, due anni dopo è stata distrutta per costruire il bosco verticale firmato dallo stesso Boeri».
Loro si divertono, residenti e albergatori molto meno. Come all’Hotel Sheraton di via Cardano. Il 5 stelle offre a turisti e clienti d’affari da tutto il mondo la vista palazzo occupato e le roulotte dei nomadi posteggiato nel parcheggio di sotto.

I rom molestano (e spesso scippano) la clientela. Qualche commerciante della zona alza le mani, «tanto se va bene i vigili gli danno una multa e poi ritornano sempre. La situazione è insostenibile». A dieci minuti dal Duomo.

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