«Campus Party» è un evento internazionale dedicato all'innovazione. che per il secondo anno viene ospitato alla Fiera di Rho. Speaker provenienti da tutto il mondo, per quattro giorni, incontrano centinaia di partner, tra aziende, istituzioni e università. L'evento ha il patrocinio oneroso della Regione e su un aspetto «laterale» della manifestazione scoppia una polemica politica. In una delle community legata a Campus Party ci si può iscrivere indicando come genere maschio, femmina, transessuale oppure «preferisco non dirlo». Su questo il leghista Andrea Monti presenta un'interrogazione. «Bene l'innovazione, ma non sia utilizzata per propaganda transgender» dice. Per il vice capogruppo del Carroccio «promuovere l'innovazione» è giusto, ma «questo non significa che dobbiamo far finta di nulla quando qualcuno la utilizza strumentalmente per fare propaganda transgender». Monti chiede «se la presenza di questa opzione di genere» sia «coerente e conforme con i valori» dello Statuto regionale. Ora pare che l'opzione sarà cambiata, ma il caso segnala un risvolto politico che nasce in Brianza, anche perché arriva a un mese da un caso analogo legato a «Open Innovation», una piattaforma regionale. Anche in quel caso destinatario dell'iniziativa era il vice governatore, Fabrizio Sala, cui è rivolta anche questa interrogazione.
Sala e Monti sono i più votati in provincia di Monza e pare che le ultime Comunali abbiano acceso un «focolaio» locale su cui soffia una parte del Carroccio, quella - paradossalmente non di stretta osservanza salviniana - che si vede autosufficiente da Forza Italia. La «ruggine» si somma al caso di un incarico di Monti come relatore, e il tutto accade nei giorni dell'accordo sul nuovo presidente della Provincia, Luca Santambrogio, che ha avuto l'ok di tutti.
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