Cronaca locale

Gli inviano la multa all'indirizzo sbagliato e lui fa ricorso: il Comune costretto a pagare

Il verbale era stato notificato alla vecchia abitazione dell'automobilista e, nel tempo, la contravvenzione era aumentata considerevolmente. Così il giudice di pace ha condannato l'istituzione a pagare

Gli inviano la multa all'indirizzo sbagliato e lui fa ricorso: il Comune costretto a pagare

Aveva preso una multa ma non l'aveva mai ricevuta, perché chi aveva scritto l'indirizzo aveva fatto un errore, spedendola alla sua vecchia abitazione, dove non risiedeva più dal 2007. Così, un cittadino si è visto recapitare dal comune di Milano un verbale di 892 euro senza, però, aver mai ricevuto in avere la notifica della contravvenzione originale. E così, quando ha ricevuto l'ingiunzione di pagamento ha deciso di impugnare quella notifica, che non gli era mai arrivata, scontrandosi con il comune. E ha avuto ragione.

La decisione del giudice

Secondo quanto riportato da Il Giorno, infatti, l'uomo avrebbe vinto il procedimento davanti al giudice di pace, che ha accolto il suo ricorso e che ha dichiarato la nullità dei verbali, di cui l'uomo non era mai stato a conoscenza. Il che significa che è come se quella multa non fosse mai esistita. Ma non solo: il giudice avrebbe condannato il comune di Milano a rimborsare all'uomo circa mille euro, tra cu 800 euro di spese legali.

La scelta del comune

Il presidente di Federconsumatori del capoluogo lombardo, Carmelo Benenti, ha spiegato il caso dell'uomo, assistito dall'associazione e ha commentato: "L'amministrazione ha preferito resistere in giudizio anziché annullare la multa in autotutela e ha perso una condanna che, alla fine, ricade sulla collettività". Elemento che, sottolinea il presidente, rappresenta "l'ennesima dimostrazione che è il cittadino, sia direttamente che indirettamente, a pagare le spese delle lacune della pubblica amministrazione".

La ricostruzione

In base a quanto emerge dalla sentenza del giudice di pace, la sanzione sarebbe stata inviata tra marzo e luglio 2015 a San Zenone al Lambro, nel Milanese, dove però l'uomo non abitava più da tempo. L'automobilista, infatti, nel 2007 aveva trasferito la propria residenza a Castriga Vidardo, in provincia di Lodi, e poi si era spostato ancora, nel 2014, a Bresso. La contravvenzione così si era persa, fermandosi probabilmente alla prima abitazione dell'uomo.

Le motivazioni del ricorso

La multa ha raggiunto l'uomo quando ormai era troppo tardi, aumentando considerevolmente la cifra della maggiorazione dell'importo da versare nelle casse comunali. Nel ricorso, l'automobilista, assistito dall'avvocato Maria Rosaria Brancaccio, ha contestato proprio la mancata notifica iniziale della multa, nonostante avesse registrato regolarmente il cambio di residenza. Siccome la sanzione non era mai arrivata alla sua abitazione effettiva, per lui era impossibile pagarla.

La sentenza

Il giudice di pace del capoluogo lombardo, Maria Luisa Spinelli, ha dato quindi ragione all'uomo, dichiarando la "nullità dei verbali, dei quali l'attore non ha mai effettivamente avuto conoscenza", anche sulla scorta di una sentenza del 2010 della Cassazione, chiamata a giudicare sul controverso tema di multe e cartelle esattoriali non notificate. "In mancanza di valida notificazione dei verbali nel termine di 90 giorni, l'obbligo di pagamento della sanzione pecuniaria deve ritenersi estinto e, di conseguenza, i verbali devono essere annullati , così come la conseguente ingiunzione di pagamento (...).

Le spese del giudizio devono essere poste a carico del Comune di Milano".

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