Non la vedremo nelle vesti in cui la conosciamo, ovvero la Maurisa Laurito di sempre, artista napoletana di teatro, televisione e avanspettacolo. Eppure è sempre la stessa signora impavida, energica e un po' peperina che affiancava Renzo Arbore in «Quelli della notte» (e non solo): dal 15 al 30 aprile sarà in mostra come pittrice e scultrice alla Galleria Paola Colombari in via Maroncelli 13, spazio d'arte ricavato in un loft proprio all'interno del cortile e gli spazi della Filmmaster Group, la casa di produzione pubblicitaria europea (ore 10-19, 02 29091252 / M. + 39 348 2635056, info@edizionigalleriacolombari.com, www.artnet.com/galleries/galleria-paola-colombari.html). «Si' da un lato per me essere pittrice è un'avventura nuova ed elettrizzante commenta subito esplosiva-, dall'altro è anche vero che io ho iniziato a dipingere a 17 anni. Mi mantenevo coi quadri: mio padre andava alle gallerie a vendere le mie tele». E poi? Perché ha smesso, fino ad oggi? «Io volevo fare l'attrice in realtà. Così andavo ai provini, e ho iniziato la carriera nello spettacolo e la musica». Quadri colorati e sculture, vasi e altri oggetti di design in silicone in mostra: non rinuncia certo, la Laurito, con questa nuova veste, alla sua femminilità un po' materna e meridionale, anzi. L'esibizione è pensata quasi come un arredo personalizzato e caldo di uno spazio para-domestico e s'intitola, non a caso, «Casa Laurito»: è come un invito in salotto, e allo stesso tempo si pone come un ingresso ad una scenografia di uno spettacolo di teatro. I diversi raggi della sta dialogano tra loro, «alla faccia di chi mi critica perché io sarei solo un'attrice. Come quando in molti si sono lamentati perché ho partecipato a Sanremo: solo in Italia la mentalità è così chiusa! In America ho vinto con Banderas il Globo, anche se non interpretavo un ruolo comico». Eppure, nelle rivendicazioni della Laurito, non c'è un'ombra di saccenza: «Sono sei mesi che lavoro da mattina a sera per questa mostra: personalmente sono rinata grazie all'arte». Quasi una necessità, per lei, arrivare a questo punto: «Molti artisti nel mondo hanno saputo esprimersi in vari linguaggi, è solo in Italia che si guarda con pregiudizio chi pratica diverse discipline». Eppure lei questo successo non se lo aspettava: «Macchè, è vero! È avvenuto tutto per caso. Dieci anni fa ho ripreso a dipingere e a fare sculture, e mettevo in salotto le mie opere. Se qualcuno mi chiedeva di chi fossero, dicevo che erano di una pittrice araba che avevo iniziato a collezionare. Poi un giorno venne a casa mia una critica d'arte, e notò i vasi. Dovetti dirle che quelli li facevo io, e lei collegò subito la modalità di realizzazione dei vasi con le cornici dei quadri capì che la pittrice araba era solo un'invenzione». Da lì è iniziata la sua storia anche nella scultura e i quadri. Una mostra a Roma, ora a Milano, e poi l'opera che presenterà durante l'Expo e la partecipazione alla prossima Biennale di Venezia.
Cosa si aspetta da questa prima e prossima personale? «Spero che la città mi accolga senza pregiudizi. Sono pronta a ricevere critiche, sia chiaro, ma costruttive e motivate: non che arrivino ancor prima di vedere la mostra!».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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