Cronaca locale

Iva su donazioni agli ospedali. Artigli dello Stato sulle onlus

La denuncia di una fondazione: "Pretendono imposte per 300mila euro su 1,6 milioni che abbiamo raccolto"

Iva su donazioni agli ospedali. Artigli dello Stato sulle onlus

Trecentomila euro raccolti con tanta con fatica da una onlus e subito consegnati allo Stato come imposte. È questa la kafkiana vicenda, esemplificativa di quanto andato in scena tante volte in Italia durante l'emergenza Covid per colpa del sistema fiscale. Una beffa per una fondazione che con i fondi raccolti da grandi gruppi come Chanel che ha uno stabilimento di scarpe a Parabiago e tanti singoli cittadini che si sono privati anche di 10 euro pur di dare il loro contributo, ha comprato macchinari per la sopravvivenza e la cura dei pazienti lombardi ricoverati per Sars-Cov-2. Dovendoci poi versare le imposte e quindi «buttare» un'ingente parte della somma raccolta per pagare l'Iva.

La vicenda, ma sono tante in tutta Italia, è quella della Fondazione degli ospedali di Abbiategrasso, Cuggiono, Legnano, Magenta onlus, nata nel 2013 per volontà dell'Asst Ovest Milanese «per poter svolgere attività non strettamente sanitarie ma ad esse connesse per il benessere dei pazienti, degli operatori e dei loro familiari». L'Asst ha creato un soggetto autonomo «cui affidare lo sviluppo di diverse iniziative a supporto della vita dei quattro ospedali - si legge nella presentazione - Un nuovo strumento per dare risposte a pazienti e operatori, alle loro famiglie e a tutte le altre aggregazioni di cittadini che vivono intorno alla Comunità ospedaliera».

Ecco allora che durante l'emergenza Coronavirus che ha messo in ginocchio l'intero sistema ospedaliero lombardo, la Fondazione si è occupata di funzioni fondamentali per la vita stessa dell'ospedale come raccogliere fondi sul territorio per acquistare macchinari, di concerto con le direzioni ospedaliere: telecamere per la sorveglianza dei pazienti, monitor multiparametrici, ventilatori polmonari, sistemi spirometrico, ecografi, videolaringoscopi, mini ecografi da letto, capnometri. «Tutto grazie a 2.722 donazioni private per quasi 1,6 milioni di euro raccolti - racconta il presidente Norberto Albertalli -: di questi ne abbiamo spesi 1,3 milioni in apparecchiature e dispositivi, perché 300mila sono buttati per pagare l'Iva al 22 per cento. Solo in alcuni casi abbiamo potuto recuperare l'Iva, pari a 60mila euro, per l'acquisto di determinate macchine».

Un altro caso paradossale riguarda i dispositivi di protezione individuale come le mascherine, introvabili per mesi in tutta Italia e, come noto, bene preziosissimo e costosissimo: «Su 200mila mascherine che siamo riusciti a procurarci per contenere il contagio tra il personale sanitario, abbiamo speso 42mila euro di Iva - racconta Albertalli - E dire che siamo una onlus che riceve il 5 per mille...». Non solo: aspetto ancora più assurdo, spiega il presidente della Fondazione Ospedali dalla sua nascita, il fatto che «noi ci sostituiamo allo Stato procurando agli ospedale mascherine, ventilatori, ecografie e poi siamo costretti a versare allo stesso Stato la tassa su beni che abbiamo acquistato grazie a donazioni private». Tra i regali ricevuti dai 4 presidi anche macchine per il caffè, tablet e Iphone che hanno permesso ai pazienti di mettersi in contatto con i propri famigliari e vivere qualche momento di gioia e di conforto. Così sono arrivate anche uova e colombe pasquali.

Non solo, la Fondazione ha sostenuto le spese per l'inserimento in organico di tre medici e ha pagato 51 notti nei due alberghi di Legnano e Magenta trascorse dal personale medico e paramedico che con responsabilità e spirito di abnegazione, non è potuto ritornare a casa.

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