L'inizio era molto promettente. Basti pensare che nel forno un'orata cuoceva a fuoco lento. Nessuno però riuscirà a mangiarla e non certo perché non fosse buona...
Immaginatevi la scena: domenica intorno alle 13 il nostro «lui», trentenne agente di polizia in servizio alle «Volanti» della questura di Milano, che non vede l'ora di tornare in via Cagliero a casa da «lei», sua coetanea, collega e fidanzata, intenta a preparargli un pranzetto con i fiocchi. Se non fosse che, guarda un po', il lavoro ci si mette di mezzo. Perché, proprio mentre la signora si affaccenda ai fornelli, si accorge che dal cortile arrivano dei rumori. Si affaccia così al balcone e nota un tipo losco armeggiare attorno a un'auto con scopi tutt'altro che nobili. Proprio in quel momento il compagno la raggiunge nell'appartamento, si sta per sedere a tavola, ma lei lo blocca: «prima il lavoro, tesoro, vieni che ti racconto cosa sta succedendo».
La fidanzata gli spiega quindi velocemente l'accaduto e insieme corrono in strada dove nel frattempo lo sconosciuto, consapevole di aver attirato un po' troppo l'attenzione, sta cerando di guadagnare la fuga. La coppia di poliziotti si qualifica in quanto tale, con il risultato che il «tipaccio» scappa a gambe levate.
Nel frattempo sul posto arriva una pattuglia delle «Volanti», avvertiti dalla coppia di colleghi. E dopo una serie di controlli si scopre così che lo sconosciuto in fuga, prima di tentare di rubare all'interno della vettura, era fuggito dalla finestra di un appartamento del medesimo stabile dove, nonostante all'interno ci fossero i due residenti, era riuscito a rubare 30 euro in contanti, un orologio da polso e una carta di credito.
La fuga del malvivente dura poco: la polizia lo troverà poco lontano dal palazzo di via Cagliero, mentre tenta di nascondersi nei giardinetti di piazzale Farina. È lì che lo arresteranno.
Si tratta di un pregiudicato libico di 21 anni, irregolare sul territorio italiano. Alla vista della polizia tenta di andarseneIl pranzetto romantico intanto è andato a monte. E l'orata? È ancora lì che langue, triste e sola, dentro il forno.
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