Cronaca locale

L'allarme degli 007: «Antagonisti pronti ad attaccare l'Expo»

L'inaugurazione è a rischio: attesi no global da tutta Italia Già occupati siti intorno a Rho-Pero da utilizzare come basi

L'allarme degli 007: «Antagonisti pronti ad attaccare l'Expo»

L'Expo si avvicina a grandi falcate e con la febbre dell'inaugurazione, sale anche la paura per le dimostrazione di un'area antagonista ormai in ebollizione. Arriveranno black block, casseur, o come diavolo si chiamano, da tutta Europa e forse persino da altri continenti. E le «sentinelle» già presenti nel territorio stanno monitorando postazione attorno all'Esposizione, per conquistare avamposti da cui sferrare l'attacco finale. Un allarme proveniente da una fonte altamente qualificata, contenuto infatti nella relazione del Dipartimento delle informazione per la sicurezza presentato ieri al Parlamento.

Lo scenario prospettato dai nostri servizi non è dei più rassicuranti. Per il 1° maggio si sono dati appuntamento da mezzo mondo gli antagonisti più arrabbiati con il chiaro intento di guastare la festa. L'area antagonista milanese infatti non è in grado da anni di organizzare una guerriglia urbana «seria», sia per il basso numero di militanti sia per la loro limitata bellicosità. La falange più temuta è infatti rappresentata da qualche decina di anarco insurrezionalisti. Pochi per poter rappresentare un serio problema. Ma quando ci sono queste grandi manifestazioni, con elevata risonanza e visibilità internazionale, il rischio è quello appunto di una «calata» in massa di nuovi barbari, il cosiddetto «blocco nero». Vedi Genova 2001.

I servizi segreti temono dunque l'arrivo a Milano dell'intera galassia antagonista nazionale, sempre con gli anarchici in prima linea come truppe d'assalto. Gente dura e rodata agli scontri come i torinesi dell'Askatasuna, centro sociale da ani in primi fila nelle battaglie in val Susa, o i padovani del Pedro. Attesi anche guerriglieri da Venezia, Bologna e Napoli dove prosperano le realtà anarchiche più combattive. A ingrossare ulteriormente le fila di questa composita formazione, anche i casseur francesi, i riot inglesi, tedeschi e scandinavi, i greci del Movimento Antiautoritario, le frange più dure degli «indignatos» spagnoli, collegati con i gruppi messicani Sexta international y nacional e Esercito zapatista indigeno di liberazione nazionale.

Mentre questa sora di «Foreign fighters» sta preparando la trasferta milanese, in città le «unità» di appoggio stanno preparando la logistica. Questo significa ricavare decine, se non centinaia, di posti letto nei diversi Centri sociali dove andranno ad acquartierarsi i ribelli. Ma anche individuare e prendere gli avamposti per celare truppe e arsenali (sassi, bastoni, molotov, bombe carta) e da cui sferrare l'attacco il giorno dell'inaugurazione.

Per questo, sempre la relazione del Dipartimento per la sicurezza specifica come «Il circuito antagonista lombardo che contesta l'esposizione come paradigma del nuovo modello di sfruttamento umano e dei territori, si è fatto promotore di una campagna di occupazioni, specie nelle aree limitrofe all'area espositiva, con l'obiettivo di disporre di punti strategici per la gestione della protesta». L'operazione deve però fare i conti con il sistema difensivo di Expo 2015: sei chilometri di perimetro cintato da una rete metallica alta tre metri e sorvegliato da 2.500 telecamere.

Un fortino che gli antagonisti tenteranno di espugnare il 1° maggio.

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