Cronaca locale

Lambrate, il degrado finisce in Procura

Strade buie o sterrate, incroci senza semafori e un quartiere ostaggio di nomadi e clochard: esposto dei residenti

Lambrate, il degrado finisce in Procura

Comprando quelle case in via Rodano avevano pensato di aver realizzato il loro sogno, invece si sono infilati in un incubo fatto di strade buie, sterrate, senza semafori e strisce pedonali e nomadi, ritenuti responsabili di continue aggressioni, furti e vandalismi. Senza contare l'occasionale presenza di tossicomani, clochard. I residenti hanno bussato più volte in Comune ottenendo sempre la solita risposta: non ci sono soldi. La riqualificazione dell'area infatti doveva rientrare nella sistemazione di Rubattino, rimasta interrotta però interrotta. Perciò di rimettere in ordine Rodano e le altre vie attorno non se ne parla nemmeno.

«Appartamenti immersi in un grande giardino condominiale piantumato, luminosi, silenziosi e dotati di grandi balconi e terrazze, box interrati, finiture di pregio» recitava la pubblicità del complesso «I Giardini di Rodano», 600 unità abitative comprese tra via Rodano, via Bertolazzi e via Scevola, giusto a ridosso della stazione di Lambrate. Tutte realizzate in «classe A», sono state in parte vendute a cifre oscillanti tra i 3.500 e i 4.000 euro al metro quadrato. Neppure regalati.

«Quando il complesso venne realizzato, il panorama non era dei più pregiati ma la prospettiva era la riqualificazione della zona grazie agli oneri di urbanizzazione derivanti dal progetto “Rubattino”. Il piano è rimasto a metà, riducendo gli introiti per gli oneri di urbanizzazione e così niente sistemazione di via Rodano» spiega ora Gian Luca Boari, consigliere di zona che, avendo preso a cuore la questione, sta inondando di interpellanze Palazzo Marino.

Il risultato di questo stato di abbandono è davvero deprimente. La spazio tra gli edifici e la massicciata della ferrovia è un unico grande sterrato che a ogni pioggia si trasforma in un acquitrino paludoso. Con relativo presenza di insetti e topi. Gli unici che sembrano trovarsi a loro agio sembrano essere i nomadi che spesso usano il terreno per fermare le loro roulotte. Con il solito corollario di grida, risse, bisogno fatti all'aria aperta. Altri vicini poco gradi sono poi i numerosi tossicodipendenti, clochard e ubriaconi, che qui trovano un luogo appartato e tranquillo per i loro comodi. Infatti a rendere ancora più lugubre la situazione generale c'è la totale mancanza di illuminazione. Risultato: non si contano più i furti con scasso negli appartamento e nei nei box, con relativi danneggiamenti, vandalismi sulle auto in sosta, imbrattamenti sulle facciate dei condomini.

A rendere ancora più difficile la vita ai residenti, le pessime condizioni della viabilità. Via Rodano è stretta e i passanti, soprattutto mamme con passeggini, devono camminare rasenti il muro della ferrovia per evitare i numerosi bus diretti verso Piazza Monte Titano. In particolare l'incrocio tra le vie Rodano, Predil e Bertolazzi rappresenta una vera minaccia per i pedoni diretti verso la metropolitana perché sprovvisto di marciapiedi, strisce e semaforo.

«L'amministratore del complesso residenziale ha spedito recentemente un esposto a Questura e Comune chiedendo interventi urgenti mentre io ho presentato a febbraio una nuova interpellanza al sindaco, allegando le foto che documentano il degrado - conclude Gian Luca Boari - Ma la risposta è stata sconsolante “Il progetto c'è ma deve essere messo tra le priorità dalla Giunta e quindi finanziato”.

Come dire non se ne farà mai nulla».

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