Ambrosia. Il nome dell'antica bevanda che dava l'immortalità agli dei dell'Olimpo, oggi è invece il nome di una pianta talmente infestante da chiamarsi così proprio perché è essa stessa immortale tanto è resistente: è in grado di crescere nel deserto, nessun erbivoro se ne ciba e non le si avvicinano neppure gli insetti. Non teme di combatterla invece il Comune di Magenta, che ha avviato un tavolo di lavoro insieme ad altri Comuni per lo sottoscrizione di una carta di intenti unitari, atti ad eliminare i danni nel territorio lombardo di un'erba che sta creando preoccupanti casi d'allergia. E se l'ambrosia degli dei non aveva prezzo, l'ambrosia lombarda il prezzo ce l'ha: multe dai 50 ai 500 euro per chi non esegue le regole prescritte, a seconda della grandezza dell'area infestata.
«E' una decisione saggia - commenta l'allergologa Angela Maltagliati, del San Raffaele -. La pianta sta creando un disagio notevole in parecchi cittadini. E' arrivata dall'America, portata nelle nostre terre dai carrelli degli aerei. Se non curata, la rinite allergica da ambrosia può degenerare in asma. L'allarme per ora è solo in Lombardia ma rischia di diffondersi anche in altre regioni, quindi fanno bene i Comuni ad allearsi in una lotta unita».
Nell'ordinanza si richiamano i cittadini all'obbligo di effettuare sfalci prima della maturazione delle inflorescenze e categoricamente prima dell'emissione del polline. Il primo sfalcio deve essere eseguito nell'ultima settimana di luglio, il secondo tra la fine della seconda decade e l'inizio della terza decade di agosto. In ambito agricolo altri metodi di contenimento dell'erba sono la trinciatura, il diserbo, l'aratura e la discatura; in ambito urbano la pacciamatura e l'estirpamento.
«Bisogna comunque precisare che i vaccini contro l'allergia esistono e sono molto efficaci. Si tratta di terapie sublinguali che funzionano» aggiunge la dottoressa Angela Maltagliati. Sono numerosi i centri coinvolti nella battaglia; insieme a Magenta si muovono Abbiategrasso, Bernate Ticino, Buscate, Busto Garolfo, Corbetta, Magnano, Marcallo con Casone, Mesero, Robecchetto con Induno, Robecco sul Naviglio, Santo Stefano sul Ticino e a breve anche Bareggio. Prima di arrivare a questa decisione, le amministrazioni hanno commissionato uno studio alla ricercatrice Maira Bonini dell'Asl (Uoc sanità pubblica), lavoro ritenuto interessante a livello internazionale tanto che l'Azienda sanitaria partecipa, insieme a Bonini e a Maurizio Vurro del Cnr di Bari, ad un progetto europeo avviato alla fine del 2012: la Cost Action Smarter (Sustainable management of ambrosia artemisiifolia in Europe).
Smarter è una catena interdisciplinare di esperti, che conta più di 120 partecipanti provenienti da 33 Paesi del mondo, tra operatori sanitari, biologi, ecologi, economisti, modellatori atmosferici e agricoli, coinvolti nel controllo della pianta.
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