L'appello di Scola: «Non facciamo come Adamo ed Eva»

Il cardinale: non incolpiamo Dio e gli altri, circondiamo il male di bene

Circondare il male con il bene. In Duomo per l'Immacolata, il cardinale Angelo Scola torna a parlare del clima difficile che vive la società. «Non dobbiamo limitarci alla paura comprensibile, ma vivere circondando il male da ogni parte con il bene e così lentamente lo ridurremo e lo vinceremo» dice l'arcivescovo ai fedeli seduti tra le navate. Parla dell'Anno santo della Misericordia, appena inaugurato dal Papa. «Il Giubileo ha un grande valore civile, invitate il prossimo a prenderlo sul serio» sottolinea il cardinale, convinto che perdono, misericordia, gioia tocchino tutti. Soprattutto se i cristiani si comportano da cristiani e coltivano la pace: «Senza il perdono la nostra vita si fa amara, come sperimentiamo anche nei piccoli conflitti in famiglia. In ogni conflitto, il cristiano, senza venir meno all'insegnamento della Chiesa umilmente praticato, diviene portatore di un'unità che fa la bellezza della famiglia umana e che è condizione necessaria per raggiungere, per quanto è possibile, anche su questa terra, la vera pace».Il cardinale, nell'omelia, invita a non giocare a scaricabarile nella vita di tutti i giorni, nelle relazioni quotidiane in casa o al lavoro, come fecero Adamo ed Eva: «Adamo chiamato da Dio fuori dal proprio nascondimento si difende incolpando Eva e, sottilmente, quasi incolpando il Creatore: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato». La donna, incolpando il serpente, dice: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».

Il peccato introduce la divisione, mette l'uno contro l'altro, rompe la solidarietà tra gli uomini. Nelle relazioni con Dio e con gli altri si insinuano paura, sospetto e vergogna. L'unità si spezza e tutte le relazioni si avvelenano». Male da circondare col bene.SCot

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