L'Arabia Saudita alla Scala: scontro tra Sala e Fontana

Il sindaco di Milano contro il governatore Attilio Fontana: "Come faceva a non essere al corrente di una questione così delicata?"

L'Arabia Saudita alla Scala: scontro tra Sala e Fontana

"Noto che più di uno non resiste alla tentazione di partecipare al gioco del 'io non c'ero e se c'ero dormivo'". La vicenda dell'ingresso dell'Arabia Saudita nel cda del Teatro alla Scala a fronte di un finanziamento da 15 milioni di euro sta diventando sempre più spinosa. Così il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha deciso di intervenire e fare chiarezza con un post su Facebook, come riporta Repubblica.

"Oggi si iscrive a questo club il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana - ha tuonato Sala -. Presidente, ci spieghi una cosa. Visto che, è tutto verbalizzato, il cda della Scala dell'11 febbraio ha discusso della questione e che la Regione ha una rappresentante nel cda, come faceva a non essere al corrente di una questione così delicata?".

"O il suo rappresentante in cda non ha compreso una comunicazione così importante e rilevante per Milano e la Lombardia e non la avverte, e allora lo revochi immediatamente, oppure lei fa il furbo", ha concluso il sindaco.

La dichiarazione di Fontana

"Questa cosa - aveva spiegato Attilio Fontana in un'intervista - l'ho letta sui giornali e so per certo che la Lega non ha collaborato alla trattativa per un ingresso nel cda. La Scala è un simbolo importante e prezioso della milanesità, della nostra cultura, è il volto più bello della nostra tradizione, ha un valore quasi sacrale. Quindi se qualcuno mi avesse chiesto un parere su un'operazione di questo tipo avrei espresso la mia contrarietà, a prescindere dai soldi, che certamente servono".

Poi aveva "scaricato" tutto su Sala e Bonisoli: "Bisogna chiedere a loro".

Così in molti sono entrati nella discussione. E il ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, aveva replicato parlando di "questioni interne".

Ora Sala ha

chiesto (di nuovo) a tutti di non rilasciare dichiarazioni e di aspettare il cda straordinario del 18 marzo perché "è inutile arrivare a conclusioni prima". Chissà se questa volta sarà ascoltato.

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