L'Arcigay non cede: «La gay street non sarà un ghetto» Il progetto per via Sammartini

L'Arcigay non cede: «La gay street non sarà un ghetto» Il progetto per via Sammartini

Gay street in Sammartini? Guai a parlare di ghettizzazione. A intervenire con tono piccato sul dibattito sollevato su queste pagine a proposito dell'istituzionalizzazione di via Sammartini come «Gay street» in vista di Expo è Arcigay. Molti consiglieri della maggioranza, da Sel al Pd alla Lista civica per Pisapia su queste pagine hanno bocciato il progetto cui sta lavorando la consigliera Pd Rosaria Iardino, con l'amministrazione, parlando di «concetto anacronistico e rischio di ghettizzazione», ma «non si tratta di ghetti, anzi rappresentano una dimensione comunitaria vera e viva» la risposta.
«La gay street, così denominata ormai vent'anni fa, ha avuto un significato politico e di visibilità molto importante - scrive Arcigay Milano in una nota-. A dispetto di chi, anche all'interno di maggioranza e minoranza del Consiglio, crede che questi spazi siano dei ghetti, ricordiamo che per le loro specificità e caratteristiche questi quartieri rappresentano da sempre le zone più desiderabili a livello abitativo, dove vivere, crescere, creare legami, invecchiare. Rappresentano una dimensione comunitaria vera e viva».

Milano non è indietro rispetto ad altre città europee: «Milano è la città del Pride del 2011, di quel “Milano siamo anche noi” dove il senso di appartenenza era inteso trasversalmente a tutte le comunità che abitano la città». Morelli provocatoriamente propone la gay street in via Padova? «Non è escluso che il Pride, cui hanno aderito anche diverse associazioni migranti, il 28 giugno parta proprio da via Padova».

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