Quando una squadra ti ha ingannato amane subito un'altra. Meglio se ha le stesse radici e colori. Deve essere capitato proprio questo alla gente di Milano che dopo aver perdonato gli ultimi peccati dell'Emporio Armani del passato, troppi in beatitudine economica, e nella stagione, coppa Italia, champions league, trasferte play off perse a Pistoia, una neopromossa, seconda partita in casa con Sassari dominata e lasciata come quella col Maccabi, adesso torna a fremere per gli uomini in rosso.
Sentita in un campetto di via Dezza dedicato a Mario Borella, ex allenatore delle giovanili Olimpia, quando un ragazzino che festeggiava la fine della scuola tirando a canestro si è ribellato al padre che voleva partire per le vacanze: «Non se ne parla, prima andiamo a vedere l'Emporio Armani che al Forum conquista la finale scudetto, poi compriamo i biglietti anche per le partite dello scudetto. Io non l'ho mai visto vincere. Questa è la volta buona».
Dai mugugni di gara due all'euforia per gara cinque che si giocherà stasera contro Sassari al Forum di Assago, ore 20.30, diretta Raisport. Dovrebbe essere il settimo esaurito della stagione, oltre 12 mila spettatori. Una festa ripetuta spesso quest'anno, un record che si aggiorna continuamente come i tanti ottenuti in questo campionato, cominciando dall'audience televisiva per le partite dove gioca l'Emporio, alla striscia di vittorie consecutive in casa, 19, al primo posto in classifica dopo le 30 partite del campionato che non veniva conquistato dal 1991 quando l'allenatore era Arsenio D'Antoni che visse il suo tormento in finale perdendo al Forum contro Caserta la terra magica da dove poi arrivò nel 1996 Boscia Tanjevic che ha dato l'ultimo tricolore alla nobil casa ora governata da Giorgio Armani.
Nessuno sente le tenaglie del caldo, al Forum, per fortuna, un po' di aria fresca circola sempre, forse l'unica cosa quasi moderna di un palazzo che ha dovuto farsi prestare i tabelloni luminosi da mettere sopra il campo per le finali di eurolega mancate dall'Emporio, togliendoli subito dopo. Ci si arriva bene al Forum perché la metropolitana funziona anche se devi pagare una tariffa extra urbana, niente in confronto ai parcheggi per cui devi sborsare persino 10 euro, quasi come il biglietto d'ingresso. Il popolo in rosso non ci fa quasi più caso, si aspettava che qualcuno intervenisse, ma ora la testa è al domani, alla benedetta finale da conquistare stasera contro Sassari per essere pronti domenica 15, il giorno dopo Italia-Inghilterra a Manaus, a sfidare, probabilmente, l'avversaria di sempre, cioè Siena.
Milano che ha sistemato i problemi interni, un braccio di ferro tecnico fra l'edonismo dei giocatori e la voglia di fatica e sofferenza difensiva imposta dall'allenatore. Ora sembrano tutti convinti, quasi tutti felici, persino i più scalmanati che dopo la coppa Italia persa al primo turno contro i sardi, espongono i loro striscioni rovesciati nella curva dietro il canestro. Li unisce tutti un capitano giovanissimo l' Alessandro Gentile che porta la maglia numero cinque come quella del padre Nando che vinse l'ultimo titolo per Milano. Certo gli acquisti dalla Siena dei 7 scudetti in fila, l'allenatore Banchi, il leone Moss, Kangur e dopo Natale Daniel Hackett, sono stati importanti, ma è il giovane giannizzero ad eccitare davvero la gente. Contro Sassari ha fatto i suoi record, ma più dei punti, tantissimi, è stata importante la sua applicazione nel gioco per la squadra: «Non mi importano i successi personali, dobbiamo vincere come gruppo». Lui e Niccolo Melli rappresentano anche la scommessa societaria, peccato che su Gentile ci siano già i falchi della NBA che il 26 giugno potrebbero anche inserirlo nel primo giro delle scelte, mettendolo davanti al dilemma che un tempo fu del Belinelli ora finalista per l'anello con San Antonio.
Milano ha tutto per far felice il suo popolo, l'aveva anche in partenza, ma ci ha messo un po' prima di scoprire che non basta avere i migliori, serve anche la voglia di soffrire e non è un caso che alla gente piacciano di più tipi come Moss o Cerella degli espada alla Langford che resta la prima lama al servizio di Banchi.
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