Più che un rischio è quasi una certezza. Bene che vada, i milanesi subiranno per il 2013 una stangata da 250 milioni di euro. Perchè a due settimane dall'approvazione del Bilancio preventivo (la giunta è fissata il 17 maggio) il buco si è ristretto da 437 a 298 milioni, ma è difficile che gli assessori si riducano ancora più di 40-50 milioni alla spesa corrente. E sarebbe già un miracolo, visto che in un mese e mezzo i tagli secchi della giunta sono arrivati a 108,5 milioni - salgono a 138,7 solo per una revisione dei principi contabili -, appena un quarto del disavanzo. E molto sotto le aspettative dell'assessore al Bilancio Francesca Balzani che non aveva fissato un obiettivo per stimolare tutti al massimo sforzo, ma pare che fosse più vicino ai 200 che ai cento milioni. Per questo, ha dato ai colleghi ancora 7 giorni di tempo per «migliorare questo numero» perchè «lo squilibrio è ancora enorme - ha sottolineato ieri -, in un mese e mezzo abbiamo raggiunto risultati straordinari ma la cifra prevista non è questa, si può fare ancora molto di più ed è un impegno che, se preso seriamente, può portare ancora a grossi risultati». Per questo, ancora, non fissa una cifra finale e non svela i piani b per coprire il buco, «ci diamo una settimana e senza alibi» perchè «anche 10 o 20 milioni possono fare un abisso per andare verso una scelta o l'altra». Ossia: quali e a che livello fissare gli (inevitabili) aumenti tariffari, dagli abbonamenti Atm alle mense. Aleggia una riduzione dell'esenzione Irpef ai 15mila euro di reddito ma non commenta, lasciando intendere che la leva fiscale è il piano c. Una sconfitta totale da parte del sindaco Pisapia che già un anno fa ha inflitto una stangata alle famiglie per oltre 200 milioni.
Il Bilancio fino a gennaio è stato gestito tra l'impegno da deputato e l'«aspettativa» per primarie da Bruno Tabacci, ad interim dal sindaco nei vuoti fino alla nomina a metà marzo della Balzani. Non critica l'ex assessore. Ma in un anno si è praticamente al punto zero: finalmente, 108 milioni di tagli. Ma nel 2012 la giunta non solo aveva tralasciato la spending review, ma si era aumentata la spesa per quasi la stessa cifra. Sul Bilancio 2013 pesa invece uno «zoccolo duro» di spese in crescita rispetto all'anno scorso e incomprimibili, come i 30 milioni di conguaglio per contratto calore da 2008 agli 88 per la gestione della M5. Il totale arriva a 163,3 milioni.
E mentre i partiti discutono dell'opportunità di abolire l'Imu sulla prima casa, Pisapia e il governatore Roberto Maroni si uniscono per chiedere al governo di trovare le risorse per compensare i Comuni. «Basta con lo scippo dell'imposta ai Comuni, che devono limitarsi a fare gli esattori per conto dello Stato - sostiene il sindaco -.
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