I vincitori morali sono i Marxisti per Tabacci. Che fino all'ultimo non si arrendono, a spoglio in corso pubblicano la prima pagina della Pravda che «rivela i dati reali delle Primarie». Ed è «vittoria schiacciante, il 95% ha scelto il socialismo. Impietoso crollo degli altri candidati». Premio ironia. La performance di Bruno Tabacci si è chiusa invece con meno di 45mila voti in tutta Italia, 1.299 nella Milano dove è assessore. Ieri è tornato con le pive nel sacco in Comune. Alle 12.15 il sindaco gli ha ridato le deleghe dopo un mese di stand by per concentrarsi su una campagna in cui è arrivato ultimo con l'1,4% dei voti. Battuto pure dall'outsider Puppato. A Milano si è preso una rivincita personale. Nel 2006 l'Udc puntò su di lui come capolista per le comunali, star nazionale dello scudocrociato. Ma raggranellò appena 1.235 preferenze e restò fuori, battuto da Pasquale Salvatore. Questa volta in città strappa 60 schede in più. E dopo un anno e mezzo nella giunta Pisapia, c'è poco da festeggiare. L'analisi la fa il capogruppo Pdl Carlo Masseroli: «Prima i milanesi non lo votavano perchè non lo conoscevano abbastanza, adesso perchè lo conoscono fin troppo bene». Pure il grillino Mattia Calise gli fa le pulci: «Ha portato in giro il modello Milano: a cosa si riferiva visto che non ce ne siamo accorti?».
Tabacci si presenta alle 14.30 in Commissione. Alla sua destra il dg Corritore, a sinistra il sindaco. C'è aria di sfottò. Nei corridoi il Pdl lo accoglie «a furor di preferenze», «sei tornato forte dell'1,4%». E Masseroli punzecchia anche Pisapia, «vieni a controllarlo, non ti fidi più?». Tabacci incassa: «Non so se ci credete, ma sono particolarmente contento di essere qui. Quando il sindaco mi ha ridato le deleghe è stato come ricevere le strenne di Natale». Alza le spalle anche sulle critiche del coordinatore provinciale Pd Roberto Cornelli, che spara: «Anche visti i risultati, è opportuno che Tabacci faccia chiarezza subito sul suo futuro, se intende candidarsi alle regionali o politiche lo dica subito e Pisapia si tenga le deleghe». Ma la capogruppo Pd Carmela Rozza frena: «Non c'è motivo, quando sarà l'ora di formare le liste non solo Tabacci ma tutti saranno chiamati a decidere». Per lei «è stato un eroe a gettarsi in una sfida di sinistra». Su Twitter le ironie si sprecano.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.