Antonio RuzzoSessant'anni sono un pezzo di storia. Anzi, di tante storie. Dell'editoria milanese, di una famiglia che da tre generazioni fa quel mestiere che oggi con le tecnologie è diventato forse un'altra cosa e di una città come Milano che è cresciuta, cambiata, trasformata che quasi non si riconosce più. E Quattroruote, fondato nel 1956 da Gianni Mazzocchi che capì al volo che l'auto sarebbe stata la protagonista di una delle rivoluzioni più formidabili nel nostro Paese, questa storia lunga sessant'anni l'ha raccontata.Ha raccontato l'auto, l'oggetto del desiderio che negli anni Cinquanta faceva sognare gli italiani ma ha raccontato anche la modernizzazione post bellica di un Paese, il suo boom economico, la sue crisi e le sue riprese. Ha raccontato un Paese che in mezzo secolo ha imparato a muoversi. «Questi anni sono stati un viaggio, un lungo cammino fatto in questa città - racconta Giovanna Mazzocchi, presidente del Gruppo editoriale Domus -. Da quegli Anni è cambiato davvero tutto. È cambiata Milano ma è soprattutto cambiato il rapporto che questa città ha con l'automobile che da oggetto del desiderio da eccezionale strumento di libertà che ha permesso in mezzo secolo a tutti di muoversi e di andare ovunque e in ogni momento è diventata quasi un peso. Bisogna ammetterlo, oggi avere un'auto a Milano è quasi considerata una colpa...».A Rozzano, la via dove si trova il quartier generale di Quattroruote, è dedicata a Gianni Mazzocchi. Una firma, un riconoscimento perché dal '56 a oggi questo mensile è diventato il punto di riferimento di un settore. Non c'è automobilista che non l'abbia sfogliato, che non abbia controllato il prezzo della sua auto nuova o usata, che non abbia cambiato idea su un acquisto dopo aver letto un prova tecnica. Non c'è auto che non sia stata smontata e rimontata nell'officina che è parte integrante e integrata della redazione o che non sia stata provata e riprovata sulla pista di proprietà inaugurata nel '95 a Vairano in provincia di Pavia dove si fanno anche corsi di formazione e sicurezza.Ma Quattroruote è anche un museo, sono convegni, incontri, iniziative sono progetti di prototipi che unico giornale presenta al salone di Ginevra. Insomma un mondo. «Noi abbiamo sempre cercato di andare un po' oltre, di collaborare con le istituzioni, con gli Enti pensando che l'auto e la mobilità siano un patrimonio comune - spiega la presidente del Gruppo Domus -. Oggi le città e molte amministrazioni trattano invece gli automobilisti come nemici senza rendersi conto invece che una corretta politica della mobilità si deve basare sul giusto equilibrio tra gli attori ci devono essere regole condivise. Spesso l'approccio un po' talebano e a Milano negli ultimi anni mobilità fa rima solo con ciclabilità, si è investito tantissimo solo in questa direzione dimenticandosi ad esempio della mobilità che riguarda i pendolari, di migliorare le vie di ingresso e anche quelle cittadine per favorire il flusso del traffico. Perché è anche così che si riduce l'inquinamento e non con Area C che non va in questa direzione ma è chiaramente una congestion charge che si fa pagare anche ai residenti. A Londra che ha un'area molto più estesa ha un senso, da noi è solo una tassa».Il verbo che andrebbe coniugato è quindi «collaborare», cercare un punto di incontro per elaborare un piano condiviso anziché il muro contro muro. Negli anni Quattroruote ci ha provato: «Siamo stati noi i primi ad inventarci il servizio di Infotraffico - ricorda Giovanna Mazzocchi -. Nel 1995 le nostre auto giravano per la città e in tempo reale comunicavano alla centrale operativa che avevamo realizzato qui a Rozzano dove c'erano code o incidenti. Poi mettemmo anche le prime webcam su snodi e tangenziali per avere e dare agli automobilisti notizie in tempo reale sulla mobilità». Non solo. Fu sempre un'iniziativa di Quattroruote quella di creare il primo servizio di navette elettriche che permettevano di collegare il nuovo quartiere di Milano tre con la linea dei tram Atm che finiva a Rozzano. E pochi anni fa la redazione ha messo a punto un progetto con la Regione Lombardia: «Sì, riguarda la sicurezza e i neopatentati - spiega l'editore di Quattroruote -.
Con 100 euro forniamo un kit sicurezza da mettere in auto e diamo la possibilità di fare un corso di guida sicura sulla nostra pista di Vairano. Se per due anni i ragazzi non perdono punti sulla patente rimborsiamo loro tutti i soldi che hanno speso...».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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