«Nel discorso al Senato Matteo Renzi non ha mai parlato di Expo. Brutto segno, fa già rimpiangere Enrico Letta» cinguettava il governatore Roberto Maroni. Un inizio poco promettente per Milano, su cui il neo premier ha messo una pezza in corner: «L'Expo è l'occasione per rappresentare tutto quello che siamo nel mondo». Dichiarazione fumosa che stride con richieste molto concrete: dalle deroghe alle leggi per il blocco del turn over alla copertura dei servizi aggiuntivi che la città dovrà fornire ai 20 milioni di visitatori attesi per i sei mesi dell'evento. Dalla sicurezza alla gestione del traffico (servono 300 vigili in più), le aperture straordinarie di musei, la raccolta della spazzatura e la pulizia della città, che da sola vale tra i 10 ai 20 milioni di euro.
Dagli aeroporti decolla la richiesta di liberalizzare i diritti di volo per Expo, in deroga alla necessità di specifici accordi bilaterali con i Paesi extraeuropei. Ma ieri il Parlamento ha fatto decadere il decreto «Salva Roma», che prevedeva lo stanziamento di 25 milioni di euro proprio per Expo.
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