L'annuncio finalmente ufficiale della candidatura di Roberto Maroni e l'arrivo in via Bellerio di Giulio Tremonti. Il comunicato della Lega che parla di possibili alleanze con i partiti in appoggio alla corsa della Lega e il segretario lombardo Matteo Salvini che ripete ancora una volta che il Carroccio «correrà da solo». Affiancato da più liste civiche interamente composte da non leghisti, di cui sicuramente una «anti-mafia» con personalità della società civile impegnate nel campo della legalità.
Il giorno dopo la marcia organizzata domenica a Bologna contro le tasse del governo Monti dove Maroni ha annunciato il ritiro delle delegazioni leghiste dal parlamento e la crociata per prendere la Lombardia, ieri il consiglio federale gli ha consegnato la candidatura. All'unanimità e con la partecipazione del presidente federale Umberto Bossi. Un'investitura accettata da Maroni, si legge in una nota, con «l'impegno a costruire intorno alla sua figura un'ampia coalizione col sostegno di altre forze politiche e di una o più liste civiche che siano rappresentative del tessuto sociale ed economico della Lombardia». Parole che lascerebbero aperti spiragli alle alleanze, come in mattinata aveva auspicato Roberto Formigoni. «Insieme alla Lega abbiamo governato molto bene - aveva detto il governatore - La nostra speranza è di poter continuare a governare anche nei prossimi anni». Auspicando che il consiglio federale consegnasse al segretario «un mandato aperto», in modo che «possano proseguire i dialoghi che in questi giorni abbiamo già avviato». Con Maroni che a porte chiuse avrebbe chiesto ai suoi di correre da soli, ma senza sbarrarle al Pdl. «Se poi deciderà di convergere sulla nostra candidatura, allora dovrà farlo alle nostre condizioni».
Parole non del tutto condivise da Salvini. «Maroni e la Lega corrono da soli? Sì, da soli senza altri partiti, ma non da soli nella società, visto che siamo già certi del sostegno di tantissimi cittadini e associazioni perbene che credono in una Lombardia con più pulizia, lavoro e autonomia». Una crepa che potrebbe diventare un canyon se le diplomazie continueranno a lavorare per cercar di far rivivere la grande alleanza del centrodestra che Silvio Berlusconi vorrebbe veder ricostruita. Magari convergendo su un «terzo uomo» rispetto alle candidature di Maroni e dell'ex sindaco Gabriele Albertini. E forse non è un caso che, dopo l'invito a cena di Berlusconi, ieri nella sede della Lega in via Bellerio si sia rivisto Giulio Tremonti. La figura dal giusto prestigio per consentire a tutti un passo indietro, senza rimetterci la faccia. In alternativa Tremonti potrebbe invece appoggiare la corsa di Maroni, affiancandogli una sua lista personale.
In serata il tweet di Albertini. «Buona fortuna a Maroni! Per i sondaggi oggi è terzo con un certo distacco». Più che un benvenuto, un guanto di sfida.