Non si può proprio dire che nel Pdl abbia ricevuto un'accoglienza entusiasta la proposta fatta da Gabriele Albertini di sostituire le primarie di coalizione con un congresso del Pdl per decidere se un patto con la Lega sia opportuno. E un voto dei delegati per stabilire con quali alleanze il Pdl debba andare alle prossime elezioni regionali. «Con Mantovani - ha ribadito ieri - che spiega le ragioni del sì e un altro per il no», al posto di primarie «che richiedono mesi di organizzazione, gazebo e volontari». Anche perché, secondo Albertini, si tratta della «responsabilità di decidere le alleanze non solo per la Regione, ma anche sul piano nazionale». Rivelando come il suo vero piano non riguardi tanto lo scenario lombardo, quanto le elezioni politiche.
«Si facciano le primarie di coalizione - la replica del presidente della Provincia Guido Podestà -, viceversa saranno le segreterie dei partiti a decidere». E da favorevole alla consultazione interna, dichiara di non capire «perché chi, come Albertini, si rende disponibile a un confronto con il centrosinistra, debba avere remore a farlo con i suoi amici di partito per portare avanti un'ipotesi di governo». La verità, spiega un big leghista piuttosto addentro anche nelle manovre del Pdl, «è che Albertini lo hanno già mollato». E l'alleanza con il Carroccio non sarà certo sacrificata sull'altare del suo rifiuto a confrontarsi con Roberto Maroni, il segretario alla cui candidatura la Lega non è assolutamente disposta a rinunciare. A meno che non perda le primarie. «Allora appoggeremo lealmente il candidato del Pdl».
Di più se ne saprà oggi dopo l'incontro tra i segretari lombardi della Lega Matteo Salvini e del Pdl Mantovani. Un primo passo preparatorio al faccia a faccia in programma nelle prossime ore tra Silvio Berlusconi e Maroni. «Io - spiega Salvini - vado all'incontro consapevole del fatto di avere il candidato più forte». Difficile pensare che per inseguire l'ex sindaco, sfumi il progetto di Berlusconi per ricostruire l'alleanza tra Lega e Pdl. Probabile che la rinuncia di Albertini al confronto lo tagli fuori, lasciando il campo a Podestà o a Mantovani. Oppure all'ex vice presidente della Regione e oggi deputata Viviana Beccalossi proposta dall'area an. Ma sullo sfondo continuano ad aleggiare possibili candidature condivise come quelle dell'ex ministro Giulio Tremonti o del vice presidente della Camera Maurizio Lupi. Con Podestà che non nasconde le sue simpatie per l'ex ministro. «Nomi ce ne sono tanti - ha detto - Ottimo è quello di Maroni che è stato un eccellente ministro del governo Berlusconi». Non solo. «Se le primarie si fanno, si fanno di coalizione. Se poi facciamo un ragionamento prettamente numerico, non bisogna ripetere l'esperienza sbagliata che ha portato la sinistra a prevalere in Sicilia. Dove, se non ci fossimo divisi, avremmo vinto».
Ma ormai conciliare Albertini con la Lega sembra impresa impossibile. «L'ex sindaco - attacca il vice presidente leghista della Regione Andrea Gibelli - aveva annunciato una grande aggregazione civica sotto l'ombrello del Ppe di cui oggi non resta nulla. L'Udc va verso Ambrosoli, Giannino è in polemica con Montezemolo e il Fli di Valditara è finito in soffitta».
E oggi in viale Monza si riunisce il coordinamento provinciale del Pdl per l'organizzazione delle primarie nazionali confermate ieri dal segretario Angelino Alfano per il 16 dicembre. Possibile l'accorpamento (dovessero esserci) anche di quelle per la Lombardia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.