Niente ancora di ufficiale, ma la Lega ha scelto. Roberto Maroni sarà il candidato alla guida della Regione per gestire la prima era del dopo Formigoni. E, seconda notizia, è lo stesso Maroni a ricomporre la grande alleanza del centrodestra perché, ha detto ieri a Varese inaugurando il campus universitario, se Lega e Pdl andassero divisi al voto in Lombardia, rischierebbero di perdere. E questo «è uno degli argomenti» per andare avanti insieme.
Una replica molto secca al tweet di Formigoni che anche ieri minacciava: «Non darò la Lombardia alla Lega. Il mio successore dev'essere un pidiellino». Perché «in questo modo sarebbero alla guida di Veneto, Piemonte e Lombardia. Se dovesse succedere, qui il Pdl perderebbe anche quei pochi voti che gli sono rimasti». Ribadendo ancora una volta l'incoerenza di una candidatura regalata proprio a Maroni che, pur riconoscendo l'ottima qualità dell'amministrazione formigoniana, ha fatto cadere la giunta. Poi l'affondo sulla data del voto. «Caro Maroni, altro che election day! Per la Lombardia si vota nel 2012, per le politiche nel 2013».
Tutte argomentazioni portate ieri da Formigoni ad Angelino Alfano incontrato a Roma. Con il segretario del Pdl che ribadisce la necessità di tenere unito il fronte dei moderati. E una parte del partito tentata dalla proposta partita proprio dal Carroccio di organizzare un fine settimana di primarie di tutto il centrodestra. Coinvolgendo magari imprenditori, professionisti ed esponenti della società civile. E dunque proprio dalla Lombardia potrebbe partire la ricomposizione di quella grande alleanza tra Lega e Pdl che in passato è stata la ricetta giusta per battere le sinistre. E che, dovesse oggi andare in fumo, riconsegnerebbe ai candidati di Bersani e Vendola tante regioni e comuni. Oltre al governo del Paese.
Ma delle primarie del centrodestra si parlerà in futuro. Di certo c'è, invece, che quelle della Lega si terranno già domani e domenica in tutta la Lombardia. Oltre diecimila i volontari leghisti coinvolti nell'organizzazione di 1.700 gazebo oltre alle 300 sezioni del partito ovviamente aperte. L'obiettivo è raccogliere almeno 100mila firme per i tre referendum su Euro, Imu e per mantenere sul territorio il 75 per cento delle tasse. Ma il piatto forte sarà ovviamente l'indicazione del candidato leghista al governo della Lombardia. Chiaro che non ci sia nessun dubbio sulla vittoria di Maroni che avrà facilmente la meglio su Matteo Salvini, Attilio Fontana e Andrea Gibelli. Ma indizio chiarissimo che dopo aver molto tentennato, è stato lui stesso a dare il via libera alla candidatura a governatore lombardo. Perché una volta raccolte decine di migliaia di schede, sarebbe proprio impossibile per i colonnelli convincere il popolo leghista a cedere il passo a un candidato pdl.
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