La Lega a Napolitano: stranieri in cella a casa loro

Far scontare le condanne agli stranieri nei loro Paesi d'origine e trasferire il carcere di san Vittore in un'altra sede. Sono le due proposte fatte dall'europarlamentare e segretario della Lega Lombarda Matteo Salvini al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (nella foto) oggi a Milano per quella che sarà probabilmente la sua ultima visita in città da capo dello Stato. Nel programma in mattinata anche la visita ai detenuti della casa circondariale che ha spinto il Carroccio a proporre la sfida. «Per affrontare e ridurre il problema del sovraffollamento carcerario - ha spiegato Salvini -, i detenuti stranieri, anche quelli comunitari, scontino la pena nei loro Paesi di provenienza. Al Parlamento europeo abbiamo già fatto approvare una risoluzione. E, per quanto riguarda gli extracomunitari, l'Italia si impegni a firmare accordi bilaterali con gli Stati extra-Ue, come aveva fatto con la Repubblica dell'Albania l'ex ministro della Giustizia Roberto Castelli». Poi l'ormai annosa questione del trasloco di una struttura da tempo considerata fatiscente e non in grado di reggere il sovraffollamento che rende impossibile la vita ai carcerati e anche agli agenti della polizia penitenziaria. Per Salvini è ormai irrinunciabile «trasferire il carcere in una nuova e più funzionale struttura, liberando gli attuali spazi che potrebbero essere trasformati in un polo culturale. Sfidiamo Napolitano e tutte le forze politiche a dire pubblicamente cosa pensino di queste proposte». Con la Lega, dice Salvini, che ha già le idee chiare. Perché negli spazi di san Vittore potrebbe nascere «magari proprio la Beic, la Biblioteca europea di informazione e cultura di cui si è tanto parlato sulla carta». Con il Carroccio che ha già pronto un progetto studiato in collaborazione con il presidente di Italia nostra Lombardia ed ex assessore ai Trasporti del Comune nella giunta Formentini Luigi Santambrogio e il presidente di Italia nostra Milano Marco Parini.
Poi la polemica quotidiana da campagna elettorale. Perché mentre a Roma si sta lavorando all'inciucio tra il comunista redento Pierluigi Bbersani e il liberista bocconiano Mario Monti, in Lombardia si è aperta la caccia all'elettore moderato.

Con la Lega che ha in mano sondaggi che vedono ancora avanti Roberto Maroni e il centrodestra. «Bersani è pronto a collaborare con Mario Monti e dice che lavora “con chiunque sta contro leghismo e berlusconismo” - ha attaccato ieri Salvini - Sono orgoglioso di avere contro certi personaggi».

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